I giocatori del Southampton si infortunano sempre negli stessi minuti di ogni partita

Tra il 60esimo e il 70esimo, sistematicamente, lo staff medico dei Saints entra in campo.

Le discussioni sul cronometraggio del calcio vanno avanti da un secolo, e sono potenzialmente infinite. Anche perché toccano tantissimi aspetti: il tempo effettivo di gioco, un riflesso del regolamento, può influenzare le strategie delle squadre, gli atteggiamenti dei calciatori, le decisioni degli arbitri. La configurazione attuale è costantemente oggetto di riflessione, probabilmente è un po’ sorpassata dal contesto, ma nel frattempo alcune squadre hanno iniziato a sfruttarne i vuoti in maniera creativa. Come il Southampton, per esempio: da questo particolarissimo articolo di The Athletic, viene fuori che la squadra allenata da Ralph Hasenhüttl starebbe sfruttando sistematicamente un certo segmento della partita, attraverso infortuni troppo frequenti per non essere sospetti, sempre nello stesso momento di ogni partita.

Non si spiegherebbe altrimenti l’incredibile coincidenza per cui, in 14 delle 24 partite giocate sai Saints in questa stagione di Premier League, i medici sociali e i massaggiatori siano entrati in campo tra il 60esimo e il 70esimo minuto di gioco. Per la precisione: un giocatore del Southampton è stato soccorso dallo staff medico, sempre tra il 60esimo e il 70esimo minuto, in occasione delle partite contro Manchester United, Newcastle, West Ham, Manchester City, Chelsea, Leeds United, Burnley, Aston Villa, Norwich, Brighton, Tottenham, Brentford, Manchester City (girone di ritorno) e Tottenham (girone di ritorno). Questa frequenza matematica ha suscitato la curiosità dei giornalisti di The Athletic, anche perché non è l’unica cosa che si ripete: mentre il calciatore infortunato riceve le cure, infatti, i suoi compagni bevono un gel energetico e/o ne approfittano per reidratarsi.

Per cercare di svelare l’arcano, è stato intervistato Phil Hayward, fisioterapista calcistico ed ex capo del dipartimento medico del Wolverhampton: secondo Hayward, i giocatori del Southampton «assumeranno gel energetici che contengono maltodestrina ed entrano nel flusso sanguigno abbastanza rapidamente. Probabilmente scelgono dei gel perché sono più concentrati, e quindi permettono di ottenere un alto livello di maltodestrine senza assumerne grandi quantità. In questo modo, potrebbero ricevere un surplus di energia: i muscoli bruciano glicogeno, un polimero che può essere itegrato proprio con i carboidrati». Ma tutto questo è legale? Secondo Hayward, non c’è alcun problema: «Sono sicuro che, se si tratta di una tattica deliberata, la decisione di attuarla nasca da un accordo tra staff medico e staff tecnici. Al Southampton non stanno facendo niente di male: hanno trovato un modo per poter sfruttare meglio il tempo di gioco non effettivo, del resto i giocatori hanno il diritto di essere assistiti dai medici per un infortunio o anche per verificare se si siano fatti male. E non c’è modo per dimostrare che stia fingendo. È semplicemente un’interpretazione creativa concessa dalle regole, anche perché le sostanze che assumono sono assolutamente consentite». Il punto è che il Southampton non sembra giovarsene più di tanto, almeno dal punto di vista dei risultati: nelle gare in cui hanno avuto questi infortuni “sospetti”, sono riusciti a cambiare il risultato in positivo solo in un’occasione, nel 2-3 ottenuto contro il Tottenham di Conte; in altre gare, per esempio quelle contro Norwich e Brighton, il punteggio è addirittura peggiorato. Forse la vera coincidenza è proprio questa.