Sabato 26 febbraio il presidente della Federazione calcistica della Polonia, Cezary Kulesza, ha annunciato che la Nazionale polacca non scenderà in campo il 24 marzo in una partita valida per le Qualificazioni ai Mondiali 2022. La partita si sarebbe dovuta giocare a Mosca, contro la Russia. Sarebbe stata il primo playoff per tentare di partecipare alla Coppa del mondo in Qatar.
La squadra che sarebbe uscita vincente dallo scontro avrebbe poi avanzato alla finale, affrontando una tra Svezia o Repubblica Ceca. Kulesza ha detto che sono in corso contatti con le Federazioni calcistiche di questi due Paesi per rilasciare un comunicato congiunto. Anche Robert Lewandowski si è detto d’accordo, scrivendo su Twitter: «I giocatori e i tifosi russi non sono i colpevoli, ma non possiamo fingere che non stia accadendo niente». Altri giocatori polacchi hanno condiviso lo stesso comunicato, in polacco e in inglese. Si legge: «Noi, giocatori della Nazionale polacca, insieme alla Federazione della Polonia, abbiamo deciso che in seguito all’aggressione della Russia contro l’Ucraina, non intendiamo giocare la partita di playoff contro la Russia. Non è una decisione facile, ma ci sono cose più importanti nella vita del calcio. I nostri pensieri sono con la nazione Ucraina e con il nostro amico e compagno di Nazionale Tomasz Kedziora, che è ancora a Kiev con la sua famiglia. Solidarietà all’Ucraina». Kedziora è un difensore di 28 anni che dal 2017 gioca nella Dinamo Kiev, stabilmente parte della rappresentativa polacca.
Anche Anche Szczesny, portiere titolare della Juventus, ha scritto su Instagram un messaggio, questa volta più personale e duro. Dice: «Mia moglie è nata in Ucraina, c’è sangue ucraino nelle vene di mio figlio». «Quando Putin ha deciso di invadere l’Ucraina non ha dichiarato guerra soltanto a quel Paese ma anche a tutti i valori per cui esiste l’Europa. Libertà, indipendenza e soprattutto pace». Ha proseguito in modo deciso: «Mi rifiuto di giocare contro giocatori che scelgono di rappresentare i valori e i principi della Russia! Mi rifiuto di scendere in campo, indossando i colori del mio Paese, e ascoltare l’inno nazionale russo. Mi rifiuto di prendere parte a un evento sportivo che legittima le azioni del governo russo».
La Polonia, dopo la Seconda guerra mondiale, è stata a lungo alleata dell’Unione Sovietica, firmando il Patto di Varsavia. La svolta, nel 1989, arrivò con la vittoria elettorale del sindacato-partito Solidarnosc, che andò a formare il primo governo non comunista dell’Europa dell’Est. Nel 1999 il Paese entra a far parte della Nato, e nel 2004 dell’Unione europea.