Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain nonché dell’ECA, acronimo di European Club Associations, rischia una condanna a 28 mesi di carcere. La notizia arriva dalla Svizzera, dove è in corso il processo d’appello che riguarda Al-Khelaifi e l’ex segretario generale della Fifa, Jerome Valcke. La procura di Bellinzona, dove si sta svolgendo il procedimento giudiziario, ha chiesto che venisse comminata questa pena per punire un presunto caso di corruzione: il dirigente qatariota è accusato di aver acquistato, nel dicembre 2013, una villa in Sardegna per cinque milioni di euro, per metterla a disposizione di Valcke. In cambio, l’ex segretario generale della Fifa avrebbe agevolato l’acquisizione da parte di beIN – la conglomerata media controllata da Al-Khelaifi – di alcuni pacchetti di diritti tv relativi ai Mondiali 2026 e 2030. Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Monde, Al-Khelaifi è accusato di «aver elargito benefici per un valore compreso tra 1,4 milioni e 2,3 milioni di euro. Vale a dire l’uso esclusivo della villa in questione, “Villa Bianca”, da marzo 2014 a settembre 2015, nonché un rimborso di 500mila euro previo versamento di una caparra per questa proprietà».
Come detto, siamo arrivati al processo d’appello: in primo grado, l’accusa aveva chiesto 28 mesi di detenzione – con pena parzialmente sospesa – per Al-Khelaifi, e 35 mesi di detenzione per Valcke. Entrambi erano stati assolti, ma poi la procura svizzera ha deciso di fare ricorso contro questa decisione, riportando entrambi in tribunale. Originariamente, le udienze del processo d’appello si sarebbero dovute svolgere a gennaio, poi sono state posposte a marzo, tra lunedì 7 e giovedì 10. Proprio in queste ore, dunque. A differenza del processo in primo grado, i giudici di Bellinzona non hanno concesso la sospensione parziale della pena detentiva. Al-Khelaifi, dunque, rischia di essere condannato ad andare in prigione.
Nel corso dello stesso procedimento giudiziario, Valcke è stato assolto dall’accusa di aver intascato tangenti tra il 2007 e il 2015, ovvero nel periodo in cui è stato segretario generale della Fifa. In ogni caso è stato bandito da qualsiasi ruolo istituzionale per aver violato il codice etico della Federazione Internazionale, e in più è stato condannato a quattro mesi di galera – con sospensione della pena – e alla restituzione di 1,75 milioni di euro per aver falsificato dei documenti legati agli accordi di cessione dei diritti tv dei Mondiali in alcuni Paesi – tra cui Italia e Grecia. In merito alle accuse di corruzioni, sia Valcke che Al-Khelaifi hanno sempre negato qualsiasi coinvolgimento. Secondo le testimonianze fornite dai due imputati, tutti i rapporti tra loro sarebbero stati improntati a un’amicizia privata, senza agevolazioni o favoritismi illeciti nei procedimenti di vendita e assegnazione dei diritti tv per le partite dei Mondiali. Ora saranno i giudici svizzeri a stabilire se questa ricostruzione corrisponde al vero.