Per colpa di Abramovich, il Chelsea non può più vendere biglietti

Uno dei primi effetti del congelamento dei beni disposto nei confronti dell'oligarca russo.
di Redazione Undici 10 Marzo 2022 alle 12:56

Il conflitto in Ucraina ha avuto inevitabili ripercussioni anche nello sport, con i massimi organismi mondiali che hanno estromesso tutti gli atleti e le squadre russe dalle varie competizioni. Ad esempio, russi e bielorussi sono stati esclusi dai Giochi paralimpici, mentre nel calcio lo stesso è successo con lo Spartak Mosca che si era qualificato per gli ottavi di Europa League e per la Nazionale russa che non potrà disputare i playoff per i Mondiali del prossimo autunno. La questione ha toccato anche il Chelsea, in quanto dal 2003 di proprietà di Roman Abramovich, uno di quei multimilionari russi chiamati “oligarchi”: il numero uno del Chelsea infatti avrebbe costruito la sua ricchezza anche in virtù del quadro politico post-sovietico, e sarebbe stato pure decisivo nell’ascesa politica di Putin. La sua vicinanza con il presidente russo lo ha inserito come personaggio “ostile” in alcuni documenti di sicurezza nazionale, come il Putin Accountability Act redatto dal Congresso americano.

Con questa situazione, Abramovich nei giorni scorsi ha annunciato di voler mettere in vendita il Chelsea: una decisione presa a malincuore, ha specificato il magnate russo, ma inevitabile proprio per mettere il club al riparo da possibili sanzioni. Una mossa obbligata che però non sarebbe sufficiente a garantire al club un presente tranquillo: se il Chelsea può continuare normalmente la propria stagione, la sua vendita è stata messa in stand-by dal governo inglese. Tra le varie misure che penalizzano il club tese al congelamento dei beni di Abramovich, c’è il divieto di emettere nuovi biglietti: vuol dire che per assistere alle partite a Stamford Bridge ci sono soltanto due opzioni, o essere in possesso di abbonamento o aver acquistato un biglietto prima di queste disposizioni. Tra gli altri divieti, anche quello di comprare nuovi giocatori e rinnovare i contratti di chi è già in rosa. Un aspetto che certamente danneggia il club sia in senso sportivo che economico, e che preannuncia mesi complicati.

>

Leggi anche

Calcio
È stato il derby di Mike Maignan, che è tornato a essere decisivo come nell’anno dello scudetto e si è ripreso il Milan
Il rigore parato a Cahlanoglu, altri due interventi decisivi, una sensazione di invulnerabilità e centralità assoluta nel progetto rossonero.
di Redazione Undici
Calcio
Il Santos è in condizioni disperate, sia in classifica che a livello economico, e quindi ci sono diversi club europei che vorrebbero comprarlo
Nemmeno il ritorno di Neymar ha risolto una crisi in campo e in società ormai cronica
di Redazione Undici
Calcio
David Neres era un po’ scomparso dai radar, ma dopo Napoli-Atalanta si è ripreso la scena alla grande
La doppietta dell'esterni brasiliano ha suggellato quello che sembra un vero e proprio nuovo inizio, per la squadra di Conte.
di Redazione Undici
Calcio
Da un giorno all’altro la Federcalcio argentina si è inventata un nuovo titolo nazionale e l’ha assegnato al Rosario Central
I Canallas sono diventati "Campioni de la Liga", ma il premio è stato assegnato dopo una riunione federale molto controversa
di Redazione Undici