Julian Nagelsmann ha lavorato con un addestratore di cavalli per sembrare meno arrogante

Nel corso di un seminario, ha imparato ad avere espressioni e comportamenti più concilianti.
di Redazione Undici
31 Marzo 2022

La prima stagione di Julian Nagelsmann sulla panchina del Bayern Monaco sta andando in maniera soddisfacente: tanti esperimenti tattici visionari, iperoffensivi, il solito dominio in Bundesliga e un quarto di finale in Champions da giocare contro il Villarreal. Considerando che parliamo di un tecnico di 34 anni, c’è di che essere ottimisti per il suo futuro. Proprio l’aspetto dell’età poteva rappresentare un’incognita per la prima esperienza in un top club dal grande pedigree, a contatto con dei campioni di fama mondiale. E invece sembra che le cose stiano andando bene anche da quel punto di vista, o almeno non sono filtrate notizie di grandi frizioni tra l’ex allenatore del Lipsia e i giocatori del Bayern. Forse anche perché Nagelsmann ha imparato a gestire meglio il rapporto con i suoi interlocutori rispetto ai suoi esordi in panchina. L’ha detto lui, confessando che questo cambiamento è un merito da attribuire a un addestratore di cavalli.

No, non è uno scherzo, avete letto bene. È stato lo stesso Nagelsmann a raccontarlo a uno dei podcast prodotti dal Bayern Monaco, confermando quanto detto anni fa al sito della Bundesliga: «Tantissime volte, nel corso della mia vita, le persone che ho incontrato mi hanno trovato estremamente arrogante. Per me è sempre stato un problema da risolvere, e per farlo ho pensato di rivolgermi a un addestratore di cavalli. Perché? Semplice: non sono creature che giudicano, reagiscono alla tua aura. Se entri in una stalla, in una scuderia, e tutti i cavalli scappano, si allontanano da te, vuol dire che c’è qualcosa che devi cambiare nella tua postura, nel tuo atteggiamento. Evidentemente è vero che mi ponevo in maniera dominante, autoritaria, arrogante, nei confronti di coloro che interagivano con me».

L’addestratore in questione, allora, ha lavorato su tutti questi aspetti. Ha mostrato a Nagelsmann come sembrare meno arrogante: «Ho svolto un seminario con lui, ho fatto esercizi sui gesti e sulle mie espressioni facciali, e dopo due giorni le cose andavano già molto meglio. Entravo nella stessa stalla e i cavalli non si allontanavano, non scappavano. Anzi, mi venivano incontro, e mi hanno seguito per due ore consecutive. Al buio. In questo modo, ho capito che, a volte, il linguaggio del corpo e il modo in cui approcci agli altri sono più importanti delle parole».

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