Christian Eriksen è tornato

Tre reti e un assist nelle ultime quattro partite, tra Nazionale e Brentford.

Sono passati nove mesi dal malore che ha colpito Christian Eriksen durante Danimarca-Finlandia agli Europei, poi a dicembre è arrivata la rescissione con l’Inter. Sembrava che la carriera del centrocampista danese fosse destinata a chiudersi, e invece le cose sono andate diversamente. Stanno andando diversamente. Eriksen, infatti, è tornato a essere un calciatore. Non ha dimenticato ciò che gli è accaduto, ma la sua ferma volontà di riprendere il discorso interrotto a Euro 2021 ha avuto la meglio: «Ora mi sento di nuovo un giocatore, il malore fa parte di me, del mio passato, ma ora voglio che parli solo il campo», ha detto qualche giorno fa.

E il campo sta parlando: dopo i primi assaggi di partite vere con il Brentford, la squadra che ha scelto – e da cui è stato scelto – per ripartire, Eriksen ha segnato tre gol e un assist nelle ultime quattro gare disputate tra club e Nazionale danese. Il ritorno al gol è arrivato durante l’amichevole in trasferta contro l’Olanda, una settimana fa; poi è arrivata anche la rete che ha chiuso il cerchio del destino, quella segnata al Parken di Copenaghen – lo stesso stadio in cui il suo cuore si è fermato – in occasione di un’altra amichevole, contro la Serbia: un tocco per aggiustarsi il pallone con l’esterno, un altro per prendere la mira e il destro a incrociare dal limite dell’area per segnare il gol del definitivo 3-0.

Brentford, si diceva: Eriksen ha scelto un distretto nel sud-ovest di Londra e una squadra al 14esimo posto della Premier League per provare a ricominciare dopo l’arresto cardiaco accusato a giugno e l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo per controllare il ritmo cardiaco, un dispositivo incompatibile con le norme della Serie A – più stringenti che altrove: anche Daley Blind dell’Ajax gioca da anni con un apparecchio simile per controllare un’aritmia. Per Eriksen sono arrivati un ingresso in campo da subentrato (contro il Newcastle), poi tre partite da titolare contro Norwich, Burnley e Chelsea, a Stamford Bridge. Nelle tre gare disputate dal danese sono arrivate altrettante vittorie per la squadra guidata da Thomas Frank, con un Eriksen in crescendo: prima un assist da corner per il colpo di testa di Toney, poi è arrivata anche la rete, un tocco sotto porta dopo una lunghissima ripartenza solitaria di Mbuemo. È stato un gol importante: ha permesso al Brentford di passare in vantaggio a Stamford Bridge, quindi di instradare una vittoria bellissima e inattesa che, di fatto, ha ipotecato la salvezza – in questo momento i punti di vantaggio sul terzultimo posto sono undici.

Il gol di Eriksen contro il Chelsea, e poi tutti gli altri della sfida tra i Blues e il Brentford

Certo, le prospettive di Eriksen sono un po’ cambiate: è passato dalla Champions e dalla lotta per lo scudetto a una salvezza tranquilla in Premier League in pochi mesi, ma l’importante è che sia tornato a essere un calciatore dopo la riabilitazione vissuta tra Chiasso e Amsterdam, dove si è allenato con l’Ajax, la sua ex squadra – e infatti qualcuno sussurrava di un suo imminente ritorno in Eredivisie. In realtà si è trattata di una scelta intelligente: quello del Brentford è un ambiente perfetto per ritrovare il pallone e la forma fisica, per sfuggire alle pressioni dei grandi palcoscenici senza rinunciare a misurarsi in un campionato di livello. Anche dal punto di vista tattico le cose a Londra sono diverse: Antonio Conte gli chiedeva intensità e ritmo, tanto che l’approccio con il tecnico salentino e con il campionato italiano era stato piuttosto traumatico, mentre invece Frank gli concede ampia libertà, forse conscio del fatto di avere a che fare con un giocatore di livello e qualità superiore rispetto alla media della sua squadra. Il suo ruolo teorico è quello di mezzala sinistra in un centrocampo a tre, ma in realtà Eriksen si sposta in tutte le zone del campo, supporta l’azione offensiva con la sua creatività, esattamente come ha sempre fatto e come è tornato a fare con la Nazionale danese.