Ralf Rangnick è il peggior allenatore del Manchester United nell’era post-Ferguson

La sua percentuale di vittorie è più bassa rispetto a quella di Mourinho, di Solskjaer, persino di Moyes.

Al triplice fischio di Everton-Manchester United 1-0 le telecamere vanno, impietose, a inquadrare il volto di Ralf Rangnick. Lo sguardo è basso, la stretta di mano con Frank Lampard – momentaneamente sollevato dall’incubo retrocessione – è inevitabilmente amara. Non solo perché la sconfitta di Goodison Park tiene lo United al sesto posto, a sei punti di distanza dal quarto posto, ma anche perché lo 0-1 sancito da Gordon certifica un primato non proprio invidiabile, per il manager tedesco: ora, infatti, è ufficialmente il peggior tecnico dei Red Devils nell’era post-Ferguson. FourFourTwo, infatti, ha rilevato che la sua media vittorie (nove su 22 gare ufficiali sulla panchina dello United) è pari al 40,9%. Una quota percentuale più bassa rispetto a quella di tutti i sette allenatori che, dal 2013 in poi, hanno provato a raccogliere la (pesantissima) eredità di Sir Alex.

Le possibilità di risalita in questa particolare classifica sono legate alle restanti sette partite di Premier League: se dovesse vincerne sei, Rangnick raggiungerebbe Ryan Giggs al sesto posto (due vittorie su quattro partite, percentuale di vittorie del 50%), mentre con sette supererebbe la leggenda gallese e aggancerebbe Louis van Gaal. Proprio Van Gaal, in carica dal 2014 al 2016, è il peggiore tra i manager che hanno completato almeno una stagione a Old Trafford dopo l’addio di Ferguson: su 103 partite a disposizione ne ha vinte 53, raggiungendo una percentuale che si attesta al 52,43% e che gli vale il quinto posto. Nel 2016, però, è arrivata anche l’ultima FA Cup vinta dai Red Devils. Davanti a Van Gaal c’è il suo predecessore, David Moyes, lo stesso David Moyes che ora sta facendo sognare i tifosi del West Ham, sia in campionato che in Europa League: nel 2013, il manager scozzese fu scelto come erede diretto di Ferguson, ma alla fine riuscì a raccogliere soltanto 27 vittorie su 51 partite (percentuale di vittorie pari al 52,94%).

Meglio – ma forse non così tanto – è riuscito a fare Ole Gunnar Solskjaer, storico ex attaccante dello United richiamato dal Molde, nel 2018, per sostituire José Mourinho. L’idea di far rivivere il passato per far felici i tifosi, ma anche di trasmettere ai giocatori i valori e la tradizione dei Red Devils ha funzionato in maniera alterna: la percentuale di vittorie del manager norvegese, che ha guidato lo United per tre anni, è stata del 54,17%, con 91 gare vinte su 168 disputate in tutte le competizioni. Tra gli allenatori che sono riusciti nell’impresa di completare almeno una stagione all’Old Trafford il migliore resta, paradossalmente, Josè Mourinho. Perché paradossalmente? Perché la sua avventura viene ricordata come un fallimento, visto anche il già citato esonero per far posto a Solskjaer a pochi giorni dal Natale 2018. Eppure il portoghese ha fatto rilevare il 58,33% di partite vinte, frutto di 84 successi in 144 partite. Mourinho ha anche portato a Manchester una Charity Shield, una Coppa di Lega e un’Europa League, gli ultimi trofei vinti dallo United. Un traguardo non scontato, visti i risultati dei suoi predecessori e successori, ma che non basta per garantirgli il primo posto in classifica, dove si trova un’altra leggenda United: Michael Carrick, che in sole tre partite nel 2021 è riuscito a ottenere due vittorie e una percentuale di successo del 66,67%. Ma, ovviamente, è troppo poco per significare davvero qualcosa.