Le semifinali di Champions League sono più spettacolari della finale?

Forse sì, ed è una tendenza che esiste da anni. Ma quali sono i motivi?
di Redazione Undici

Manchester City-Real Madrid 4-3 è già diventata una partita di culto, e se questa dissertazione può sembrare esagerata, si può quantomeno dire che resterà nella memoria collettiva per molto tempo. Come molte altre semifinali di Champions League della storia recente, più o meno contemporanea. Un veloce excursus storico: nel 2009 Chelsea-Barcellona fu decisa dal gol di Iniesta nei minuti di recupero; un anno dopo fu la volta di Inter-Barça e della mancata remuntada nel ritorno del Camp Nou, primo vero corpo a corpo tra Mourinho e Guardiola; un anno dopo gli stessi allenatori si sfidarono nel Clásico più elettrico della storia, mentre nel 2012 fu la volta dell’indimenticabile Barcellona-Chelsea 2-2, con gol di Fernando Torres all’ultimo minuto. Potremmo andare avanti a lungo: i quattro gol di Lewandowski al Real Madrid nel 2013, il 4-0 del Real Madrid di Ancelotti al Bayern di Guardiola nel 2014, la doppietta di Messi contro il Bayern nel 2015, fino alle incredibili rimonte del Tottenham e del Liverpool nel 2019.

È partendo da questa serie incredibile di grandi partite che The Athletic si è posto una domanda interessante: le semifinali di Champions sono più spettacolari della finale, o comunque tendono a esserlo? Probabilmente sì, per diversi motivi. Intanto, banalmente, il format andata e ritorno tiene la doppia sfida più aperta, o comunque aperta per più tempo. Inevitabilmente ci sono meno tatticismi, meno paura di perdere tutto per una prestazione sbagliata, un errore marchiano. In virtù di tutto questo, l’idea circolata nelle ultime ore secondo cui la Uefa starebbe pensando di istituire una final four con semifinale in gara unica non ha raccolto molti consensi. Anche perché un altro aspetto di cui tener conto riguarda i tifosi: giocare in casa o in trasferta può fare la differenza in alcuni casi, anzi in molti casi. Un esempio su tutti: il Liverpool sarebbe riuscito a ribaltare il 3-0 del Barça nel 2019 se non avesse giocato ad Anfield? Anche quello fa spettacolo, rende l’atmosfera più calda rispetto a una finale che si gioca in campo neutro.

Il confronto con l’ultimo atto è decisamente perdente: certo, nel corso degli anni ci sono state finali tiratissime e bellissime, alcune anche indimenticabilmente drammatiche, tra cui Real Madrid-Liverpool 3-1 (2018), Barcellona-Juventus 3-1 (2015) e poi quella persa dal Bayern ai rigori contro il Chelsea (2012), un anno prima di battere il Borussia nel primo derby tedesco della storia. Se andiamo più indietro, ovviamente ci sono Milan-Liverpool del 2005 e altre gare spettacolari, ma ci sono anche state delle finali molto più chiuse e senza grandi emozioni, per esempio Liverpool-Tottenham (2019) e i due derby madrileni tra Real e Atlético (2014 e 2016), oppure Bayern-Psg del 2020 – anche se quell’edizione è stata disputata in maniera troppo anti-convenzionale per essere considerata canonica, anche le semifinali furono abbastanza segnate e deludenti. Insomma, Manchester City-Real Madrid di quest’anno si inserisce in un filone di semifinali ricche di pathos e di momenti indimenticabili, ovviamente in attesa di capire come andrà il ritorno e anche come impatterà la nuova regola dei gol in trasferta in una doppia sfida del genere. Difficile pensare che non sarà uno spettacolo, lo dice e lo racconta la storia, l’essenza stessa della Champions League.

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