Piazza degli Eroi è molto diversa che in cartolina. Gli ampi spazi che si distendono fino a quando la vista non incontra l’architettura monumentale che rende omaggio agli eroi ungheresi sono adesso occupati da un brulicare di gente, stand, teloni e palchetti. Siamo a Budapest, qui da dove si è deciso che dovesse partire l’edizione numero 105 del Giro d’Italia. Non è certo la prima volta che la corsa ciclistica più importante insieme al Tour parta dall’estero (l’ultima volta era successo nel 2018, a Gerusalemme), ma l’Ungheria è un’incursione inedita, decisamente sottolineata dall’entusiasmo che si respira tra le vie della sua capitale. Dove siamo stati insieme a Tissot, dal 2020 Official Timekeeper del Giro d’Italia (lo è anche di Tour e Vuelta, facendo di Tissot il primo marchio di orologeria a essere partner mondiale di tutte e tre le corse a tappe più importanti).
La corsa rosa ha davvero monopolizzato l’attenzione della città. È sabato mattina: lungo il Danubio o nelle vie discrete ed eleganti dove si alternano edifici storici e caffè alla moda la vita scorre tranquilla. Fin troppo. Perché attraversando tutto il cuore di Budapest, e arrivando lì dove è prevista la seconda tappa del Giro, una cronometro individuale della lunghezza di oltre nove chilometri, lo scenario cambia: dietro le vie transennate un microcosmo pian piano prende forma. Ragazzi e ragazze, uomini attempati, qualcuno in maglia Ferrari, moltissimi con biciclette al seguito: un viavai colorato e festante pronto ad accogliere la magia del Giro. Anche a chilometri di distanza dal suo “habitat” naturale.
Il sole si riflette sull’asfalto di Budapest, mentre i corridori, a turno, completano il proprio percorso. Da Piazza degli Eroi il tracciato si snoda tra alcuni dei punti più suggestivi della città, valica il Danubio sul ponte Margherita e infine arriva al castello di Buda. Con Tissot saliamo a bordo di una delle auto che seguono i ciclisti in gara: è il modo migliore per apprezzare lo stile e la “gamba” dei protagonisti in bicicletta, che girano sul percorso a medie pazzesche – oltre i 40 chilometri orari. I ciclisti sfiorano pure picchi di 60 chilometri orari, ed è impressionante quando sulla parte finale del tracciato, con un tratto in salita da una pendenza massima del 14%, gli specialisti del tempo vanno via rapidi e scattanti – vederli a pochi metri restituisce davvero l’impressione di come non c’è ostacolo che possa fermarli.
A proposito di specialisti del tempo, Tissot ha celebrato la sua partnership con il Giro d’Italia con una release per tutti gli appassionati e non: un’edizione speciale del T-Race Cycling 2022. Il logo della corsa e le finiture rosa sulle lancette lo rendono un pezzo unico, il design ispirato a una bici da corsa ne fanno un orologio elegantissimo, senza trascurare le prestazioni, la precisione e l’affidabilità tipica del marchio.
Alla fine è il britannico Simon Yates a imporsi come vincitore di tappa, soffiando a van der Poel un clamoroso bis dopo il successo del giorno prima. I ciclisti scorrono via tra le due ali di folla, Budapest si è goduta un pomeriggio elettrizzante. L’entusiasmo che suscita il Giro è unico, ed è qualcosa replicabile ovunque, in ogni angolo: il fascino che questa antica competizione conserva ormai da decenni è difficile da spiegare, ma facilissimo da cogliere. Lo vedi negli sguardi ammaliati del pubblico sui lati della strada, mentre agita bandiere, batte le mani, si issa su ringhiere e scaloni per guadagnare il punto migliore da cui assistere alla corsa.
Risalendo rapidamente, in auto, le strade della capitale attraversate dal Giro, la miriade di volti, facce, espressioni affastellate tutte insieme, per provare in prima persona i “brividi” che regala questa corsa, si fondono in un tutt’uno. Sembrano davvero istantanee di una festa pubblica, di quelle improvvisate, magari dopo il successo di una propria Nazionale, quando tutti si riversano in strada per condividere insieme un momento indimenticabile. Ecco: il Giro è una celebrazione, lo è dello sport, nella sua forma più pura. E coinvolgente.