José Luis Chilavert si è candidato alla presidenza del Paraguay

L'ex portiere (ma anche grande tiratore di punizioni) è entrato ufficialmente in politica.

Se un giorno Lionel Messi e Cristiano Ronaldo decidessero di candidarsi alla presidenza di Argentina e Portogallo, avrebbero probabilmente ottime possibilità di vincere. In quel caso, però, le loro eventuali, capacità politiche c’entrerebbero poco. Parliamo infatti di figure con un peso specifico enorme nel proprio Paese e in tutto il resto del mondo, di personaggi che sarebbero capaci di conquistare – e convincere – un elettorato trasversale a destra e sinistra. Forse alla fine non sarebbero eletti, ma sicuramente la possibilità di averli come presidenti affascinerebbe i loro concittadini. Così come è successo in Liberia, dove George Weah è stato eletto presidente, o come potrebbe succedere a Damiano Tommasi, che domenica 19 giugno potrebbe diventare il nuovo sindaco di Verona.

Spera in un esito simile anche José Luis Chilavert, storico portiere paraguaiano degli anni Novanta, in lista per diventare nuovo presidente del proprio Paese. Chilavert è universalmente famoso per essere stato un estremo difensore goleador – in carriera ha segnato 62 gol tra rigori e calci di punizione –  ma in realtà è stato eletto miglior portiere del ventesimo secolo dall’International Federation of Football History and Statistics, ed è considerato, per distacco, uno dei calciatori più forti della storia paraguaiana. Anche dopo il ritiro, Chilavert non ha mai smesso di preoccuparsi di ciò che succedeva tanto nella sua Federazione quanto a livello continentale: è stato condannato per diffamazione, dopo che su Twitter aveva denunciato presunte tangenti incassate dal presidente della Confederazione calcistica sudamericana (CONMEBOL), Alejandro Domínguez. L’ex portiere comincerà quindi la sua campagna elettorale mentre sconterà la sua condanna a un anno di carcere, pena però attualmente sospesa in attesa del ricorso.

«Dopo aver riflettuto e sentito la responsabilità di costruire un Paraguay migliore, ho deciso di rendere ufficiale la mia candidatura a Presidente, per far tornare il nostro popolo orgoglioso di essere paraguaiano», ha scritto su Twitter l’ex portiere di San Lorenzo e Velez, che in Europa ha difeso le porte di Real Saragozza e Strasburgo. La sua è una lista indipendente, chiamata “Il Partito della Gioventù”, che rivendica di «non essere contaminata dalla mala politica dei partiti tradizionali», ma che ha una chiara matrice di destra, almeno secondo la ricostruzione di El País. Prima di annunciare la sua candidatura, Chilavert aveva indicato il governo di estrema destra di Bolsonaro in Brasile e quello conservatore di Luis Lacalle Pou in Uruguay «una boccata d’aria fresca per la democrazia liberale». Nonostante queste dichiarazioni, la principale preoccupazione politica di Chilavert sembra essere l’ascesa del populismo, che «nei prossimi anni guadagnerà ancora più terreno». Gli esempi, secondo l’ex portiere, sono i governi in Cile, Argentina, Bolivia e Perù, insieme a quello di estrema sinistra di Nicolàs Maduro in Venezuela.

La sua campagna elettorale dovrebbe basarsi sul recupero della “cultura del lavoro” e sul tema dell’istruzione, da affrontare insieme a sanità e giustizia, settori particolarmente problematici in Paraguay. Non è ancora chiaro se Chilavert abbia o meno una reale possibilità di essere eletto. In Paraguay da anni domina il “Partido Colorado”, di estrazione repubblicana, il cui regno è stato interrotto nel 2008 solamente dall’ex vescovo di sinistra Fernando Lugo, poi spodestato con quello che è stato definito un “colpo di stato parlamentare”. Sicuramente non sarà facile che il governo guidato Mario Abdo Benítez ottenga un secondo mandato, visto che ha un tasso di disapprovazione nel Paese pari all’83%. Nell’aprile del 2023 il Paraguay potrebbe quindi avere un nuovo presidente, magari uno che sappia calciare bene le punizioni.