Il brasiliano Yago Pikachu è finalmente andato a giocare in J-League

Un trasferimento dall'enorme potenziale commerciale.
di Redazione Undici
19 Luglio 2022

Il campionato giapponese di J-League è in corso di svolgimento, siamo alla giornata 22 di 34, ma il calciomercato in entrata è aperto. Per provare a mantenere la categoria, lo Shimizu S-Pulse – al momento penultimo in classifica, ma distante solo un punto dalla zona-salvezza – ha deciso di completare un’operazione con il Fortaleza, club di massima divisione brasiliana: l’acquisto del 30 enne terzino destro Glaybson Yago Souza Lisboa. Come tutti i brasiliani, anche lui ha un apelido, vale a dire una sorta di soprannome che diventa nome colloquiale e ufficiale. Nel suo caso, la scelta è stata piuttosto fantasiosa: Yago Pikachu. Sì, esatto, avete letto bene: un calciatore che si chiama Pikachu, esattamente come il Pokémon più famoso di tutti, è andato a giocare in Giappone. Laddove il franchise Pokémon è stato inventato, da Satoshi Tajiri, nel 1996.

Yago è nato a Belém, nello stato brasiliano del Pará, e ha iniziato a giocare a calcio nella squadra di futsal del Tuna Luso, la stessa di un altro talento brasiliano decisamente più conosciuto di lui: Paulo Henrique Ganso. È proprio nella sua prima squadra che i compagni iniziano a chiamarlo Pikachu, perché è piccolo e scattante, proprio come il primo Pokémon allenato da Satoshi/Ash Ketchum – il protagonista dell’anime tratto dalla storia dei Pokémon, che nascono come un videogioco sviluppato e distribuito per conto della Nintendo. In realtà pare che il calciatore brasiliano, in origine, non amasse così tanto questo suo apelido.

Ora però in Giappone le cose potrebbero migliorare – o peggiorare, secondo un altro punto di vista. Ci sarebbero innumerevoli possibilità per sfruttare il nome di Yago Pikachu dal punto di vista commerciale, per Shimizu S-Pulse, e invece il club nipponico ha optato per un tweet di presentazione serio e anche piuttosto convenzionale: una foto del calciatore con il suo nuovo numero di maglia, il nome scritto in ideogrammi e anche in caratteri occidentali. Il tweet lo trovate allegato sotto, più che altro vi consigliamo di scorrere le risposte dei tifosi e di altri appassionati giapponesi, che sono stati sicuramente più fantasiosi del social media manager dello Shimizu. Noi ne abbiamo allegata solo una, ma è indicativa. Del resto perché non era così difficile fare qualcosa di più divertente, in questo caso:

 

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