Convertiamoci tutti al culto di Nick Ponzio

Il pesista italo-americano è buffo, sa comunicare ed è e pure bravo. E così ai Mondiali di atletica è diventato una celebrità.

Come lo disegnereste un personaggio italo-americano stereotipato? Risposta semplice: corpulento per non dire grasso, con dei baffoni neri e folti proprio come i capelli, buffo e simpatico e caciarone eppure sicuro di sé, al limite del gradasso. Ecco, ora andatevi a vedere – su YouTube, su Twitter, su Facebook, su Instagram: sono ovunque – i video di Nick Ponzio. E sbalorditevi, o forse no. Perché Nick Ponzio, pesista nato a San Diego il 4 gennaio 1995, che dal 15 giugno 2021 gareggia con la Nazionale italiana, è esattamente quel personaggio lì. Certo, lo sport che pratica lo aiuta, in pratica lo costringe ad avere un certo fisico. Ma il punto è proprio questo: parliamo innanzitutto di un atleta piuttosto bravo nel suo sport. Anzi, diciamo pure molto bravo: per un solo centimetro – il neozelandese Jacko Gill ha gettato il peso a 20,82, Ponzio si è fermato a 20,81 – non è riuscito a qualificarsi per la finale nei Campionati Mondiali in corso di svolgimento a Eugene, in Oregon. Paolo Dal Soglio, ventisei volte campione nazionale di getto del peso e suo allenatore in Nazionale, ha detto che «Nick è una persona squisita, un gran lavoratore, mi dispiace non sia riuscito a raggiungere la qualificazione alla finale, la meritava tutta, ma questo è un primo passo per lui». In effetti per Ponzio quelli di Eugene sono stati i primi Mondiali: ai Giochi Olimpici di Tokyo non ha superato le qualificazioni, fermandosi a 20,28, ma poi a marzo scorso ha lanciato fino a 21,61 m, stabilendo il nuovo primato italiano indoor. Prima delle Olimpiadi aveva vinto anche gli Assoluti italiani di Rovereto, successo ripetuto quest’anno ad Ancona.

Insomma, Nick Ponzio è un pesista che ha un futuro. Come sportivo, sicuramente. Ma ha un futuro anche come showman, come intrattenitore, visto che ha un rapporto meraviglioso con le telecamere, visto che ha una tendenza innata a comunicare bene, a far ridere ridendo di sé. Al punto da essere definito The Legend dal canale americano TSN. È successo in un tweet di pochi giorni fa, in un video lo ha immortalato prima di una delle gare dei Mondiali a Eugene: Nick ha sfilato come tutti i suoi avversari, e nel suo momento ha inscenato una piccola coreografia in cui si è arricciato i baffi, e poi ha mimato di avere due pistole in mano, rimettendole in due fondine immaginarie; in un’altra sfilata, ha fatto finta che la telecamera non ci fosse e poi si è girato di colpo, come a voler spaventare il pubblico da casa. I commentatori americani si sono letteralmente ammazzati dal ridere, non sfugga il fatto che siano suoi connazionali, e questo fa in modo che condividano lo stesso umorismo. Sì, perché in realtà Nick Ponzio è italiano solo di origine e d’acquisizione: come detto è nato in California da padre con avi siciliani e da madre con famiglia napoletana, è cresciuto negli States e non parla la nostra lingua. Però sa farsi capire, eccome:

Esatto: Nick Ponzio in questa intervista ha detto che, dopo aver gareggiato, si merita «una cena tra le 12mila e le 14mila calorie». Più altre cose che riguardano l’educazione alimentare che gli è stata impartita da suo padre – che potremmo definire tipicamente italiana, ma anche questo sarebbe uno stereotipo. In fondo non è che potessimo aspettarci qualcosa di diverso da un uomo che si è presentato ai Mondiali d’atletica leggera con la divisa azzurra e il disegno stilizzato di un muffin su dei calzini rossi. E che si candida a diventare uno dei personaggi sportivi più interessanti dei prossimi anni, per l’Italia e non solo. È arrivato il momento di iniziare a seguirlo per davvero, di convertirci tutti al suo culto.