È morto a 101 anni il socio numero uno del Barcellona

Si chiamava Manuel Mañós Gonzalbo, ed era membro del club blaugrana da quasi novant'anni.

Il nome di Manuel Mañós Gonzalbo non dirà molto agli appassionati di calcio, e in fondo è giusto così: si trattava infatti di un tifoso del Barcellona morto a 101 anni nelle scorse ore, a cui il club catalano ha dedicato un tweet di cordoglio. Oltre all’età, Gonzalbo aveva anche una particolarità molto sentita per i tifosi di calcio spagnolo: era il socio numero uno del Barça, o meglio l’attuale possessore della tessera numero uno della società blaugrana, stipulata il 5 settembre 1932, poco meno di novant’anni fa. Questo titolo onorifico viene assegnato di diritto al più vecchio membro del club ancora in vita: Gonzalbo aveva infatti ereditato la tessera numero uno da Josep Maria Selva Vallespinosa, morto il giorno 11 febbraio 2019 e socio del Barça dal 3 gennaio 1931. Ora, inevitabilmente, il titolo di socio numero uno passerà al membro più anziano del club.

È una prassi comune in Spagna, vista anche la particolare configurazione istituzionale delle società calcistiche. Che, in passato, erano tutte delle aziende senza scopo di lucro in mano a un’assemblea di membri operante secondo il principio un socio-un voto: l’intero corpus di soci prendeva le decisioni strategiche per il futuro della squadra e della sua attività attraverso il voto. Il Barcellona – insieme al Real Madrid, all’Athletic Club e all’Osasuna – ha ancora questa struttura secondo cui sono i membri dell’assemblea a decidere su tutto, a partire dall’elezione del presidente, ovvero di una persona che guidi il club ma che non ne possiede materialmente le azioni e il cui operato è comunque soggetto al controllo dei soci. Anche gli altri club, pur trasformatisi in Sociedad Anonime Deportive (società a responsabilità limitata in cui gli azionisti non rispondono con il proprio patrimonio personale, ma con il capitale rappresentato dai contributi), hanno mantenuto la loro assemblea di soci, che hanno più o meno potere in base alla quantità di azioni acquistate da investitori esterni: Peter Lim, per esempio, possiede l’82% delle quote del Valencia, mentre la Real Sociedad limita fino al 5% la quantità di azioni che possono essere acquistate al di fuori dell’assemblea, composta da 14mila soci.

Insomma, le squadre spagnole hanno tutte dei soci. Solo che esserlo di Barcellona, Real Madrid, Athletic Club e Osasuna vuol dire avere uno status dal valore non solo simbolico. In un contesto del genere, è inevitabile il socio numero uno diventi una specie di riferimento per tutti gli altri membri del club, vista la sua anzianità. Non è raro, per esempio, che i club della Liga facciano degli omaggi a chi detiene questo titolo, che i giornali vadano a intervistarli, per farsi raccontare il passato e confrontarlo con il presente. Insomma, è una specie di tradizione che si rinnova inevitabilmente col tempo, e che racconta la storia del calcio spagnolo.