Jack Grealish sta tornando a giocare benissimo, finalmente

Dopo la prestazione contro il Copenaghen, Pep Guardiola ha detto che è stato «incredibile», e anche lui stesso ha detto che «ora gioco con il sorriso sulle labbra».
di Redazione Undici 06 Ottobre 2022 alle 12:56

Erling Haaland e Pep Guardiola stanno fagocitando il racconto del Manchester City 2022/23: il primo ha una media gol mostruosa, aliena, il secondo è riuscito a trovare il modo per mettere il centravanti norvegese dentro un sistema che sembrava destinato a rigettarlo, o comunque ad accettarlo con qualche riserva. Intorno e dentro al City, però, c’è un universo di storie piccole e grandi che vanno raccontate, anche perché gli ottimi risultati di squadra sono merito di tutti, non possono essere solo di un attaccante o di un allenatore, per quanto prodigiosi. Tra i personaggi che stanno segnando questo inizio di stagione c’è anche Jack Grealish, che non a caso ha vinto il titolo di Man of the Match in occasione del 5-0 contro il Copenaghen in Champions League: il premio ha suggellato una prestazione di altissimo livello, al termine di una partita che ha ricordato perché, poco più di un anno fa, il City ha investito 117,5 milioni di euro per acquistarlo dall’Aston Villa – frantumando ogni record di spesa per un giocatore arrivato in Premier League.

Proprio il fatto che Grealish sia stato pagato così tanto ha rappresentato una fonte di dibattito, nell’ultimo anno: raramente, infatti, le sue prestazione con il City sono state all’altezza di una cifra evidentemente alta, e questo ha generato delle critiche nei confronti del club dello sceicco Mansour, della sua politica di mercato senza un reale controllo. Ma basta riguardare gli highlights personali della partita di Grealish contro il Copenaghen – li trovate sotto – per capire che si tratta di un giocatore molto forte, di grande creatività. E che, cosa fondamentale, ha un senso e un ruolo importante nel gioco di Pep Guardiola. La sua caratteristica principale, come esterno offensivo a piede invertito, è la capacità di offrire linee di passaggio diversificate, sfruttando tutta la larghezza del campo ma anche gli spazi tra le linee: insomma, Grealish può garantire ampiezza ma anche aprire il campo alle avanzate dei terzini, e in più ha la qualità che serve per poter puntare gli avversari in azione solitaria, guardandoli occhi negli occhi, ma anche per connettersi con tutti i suoi compagni, dentro e fuori l’area di rigore. L’altra grande dote dell’ex Aston Villa sta ovviamente nel controllo, nella pura sensibilità tecnica. Per dirla con parole brutali: Grealish stoppa tutti i palloni, anche quelli più sporchi, e poi gli avversari fanno una fatica immensa a togliergli il possesso, perché negli spazi stretti è praticamente immarcabile.

Se le immagini non bastano, ecco un po’ di cifre: contro il Copenaghen, Grealish ha messo insieme 93 palloni giocati, un’infinità, da cui sono venuti fuori quattro passaggi chiave, tre lanci lunghi completati, tre dribbling riusciti e due punizioni conquistate. La cosa che più colpisce di questa sua prestazione, però, riguarda l’intensità e la velocità del gioco offensivo: nonostante la sua tendenza sia quella a tenere il pallone e a cercare sempre la giocata più cerebrale, Grealish ha concluso tantissime volte (6, per la precisione) verso la porta del Copenaghen, e solo una grande prestazione del portiere Grabara gli ha impedito di entrare nel tabellino dei marcatori. Una sua percussione ha determinato anche il gol di Álvarez nella ripresa, ed è per questo che Guardiola, nel postpartita, ha definito «incredibile» la sua prestazione: anche se il tecnico catalano non è certamente nuovo a elogi conditi da esagerazioni linguistiche, questa volta non si può dire che sia stato eccessivo nella scelta delle parole.

Dopo la partita anche nche Grealish ha parlato di sé usando parole impegnative: «Sto tornando di nuovo me stesso, sto giocando con libertà e sicurezza, con il sorriso sulle labbra. È come se mi stessi ambientando ora, nella mia squadra». Queste frasi sono un’ammissione di debolezza per com’è andata la scorsa stagione, ma anche una buona notizia per il City, per Guardiola, in vista del futuro: Grealish era arrivato a Manchester per dare (ulteriore) qualità in fase offensiva, e finora il suo contributo era stato minimo; nell’ultimo anno lo aveva accusato di essere soltanto un’icona glamour, più che un grande calciatore, visto il suo interesse e il suo impegno nel campo della moda e il suo allure mediatico. Ora, però, le cose stanno cambiando in maniera netta, evidente, e allora forse è arrivato il momento di cambiare anche la percezione che abbiamo di Grealish. Prestazioni come quella di ieri, al netto della forza non proprio trascendentale del Copenaghen, ci dicono che si tratta di un giocatore importante che sta tornando a manifestare le sue qualità, finalmente.

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