Sta per scoppiare una guerra tra la Fifa e i club per portare i giocatori sudamericani ai Mondiali

Le federazioni della Conmebol vorrebbero anticipare di qualche giorno l'arrivo dei loro convocati.

Manca poco più di un mese alla gara inaugurale dei Mondiali in Qatar, ovvero la sfida tra la Nazionale padrona di casa e l’Ecuador. La partita si giocherà domenica 20 novembre, vale a dire sette giorni dopo Fulham-Manchester United, sette giorni dopo Juventus-Lazio, sette giorni dopo Friburgo-Union Berlin, sette giorni dopo Psg-Auxerre. Sembra assurdo, ma è così: i calciatori che giocano in Europa, e che saranno convocati per la Coppa del Mondo, saranno impegnati con i loro club fino a sette giorni prima del torneo, e quindi avranno solo una settimana per allenarsi con i propri compagni di Nazionale in vista della competizione più attesa. E ovviamente la questione non riguarda solo Qatar ed Ecuador: meno di 24 ore dopo la sfida inaugurale, scenderanno in campo Inghilterra (contro l’Iran) e Olanda (contro il Senegal), due rappresentative inevitabilmente composte da calciatori che militano nelle leghe top del Vecchio Continente.

In virtù di tutto questo, all’orizzonte si prospetta l’inizio di una nuova battaglia tra la Fifa e i club. Come preannunciato su Twitter da Gastón Edul – giornalista di TyC Sports – e da molte altre testate sudamericane, le Nazionali Conmebol qualificate al Mondiale – Brasile, Argentina, Ecuador e Uruguay – hanno inoltrato richiesta alla Fifa per poter avere i loro giocatori entro il 9 novembre, ovvero il mercoledì precedente all’ultimo turno di campionato programmato in calendario da quasi tutte le grandi leghe europee. Non tutte, perché nell’elenco fatto in precedenza – come avrete notato – manca la Liga: il campionato spagnolo andrà in stand-by con qualche ora di anticipo, ovvero dopo le partite del turno infrasettimanale che si disputerà tra l’8 e il 10 novembre. In ogni caso, siamo comunque oltre la data-limite indicata dalle federazioni sudamericane. La Fifa dovrà sottoporre la richiesta delle federazioni Conmebol alle società europee, ma è difficile che possa venir fuori un punto di incontro. Perché, molto semplicemente, il Brasile sta chiedendo al Real Madrid di rinunciare a Vinícius ed Eder Militão – tra gli altri – per una partita di campionato, e lo stesso discorso vale per Messi tra Psg e Argentina, per Vecino tra Lazio e Uruguay e così via.

Da anni, anzi da decenni, il rapporto tra club e federazioni si regge su equilibri sottilissimi costruiti su esigenze che finiscono spesso per collidere. Stavolta gli interessi delle parti in causa sono evidentemente inconciliabili, perché il Mondiale cade nel mezzo di una stagione calcistica ed è impossibile chiedere ancora di più a delle aziende private che prestano, letteralmente, dei loro dipendenti a un soggetto terzo. Certo, in cambio la Fifa ha stanziato e distribuirà dei risarcimenti complessivi pari a 200 milioni di dollari, che verranno divisi tra i vari club che forniranno calciatori alle rappresentative nazionali impegnate in Qatar – ovviamente in base ai loro giorni d’assenza. Ma è difficile pensare che le condizioni delle federazioni sudamericane potranno essere accettate.