Ligue 1 e Bundesliga sono considerate – giustamente – le leghe che offrono il miglior contesto possibile per lo sviluppo dei giovani talenti. Eppure la società europea che acquista i calciatori più giovani non gioca in questi due campionati, piuttosto in Spagna, nella Liga. E si tratta addirittura del Real Madrid. Sì, esatto, avete letto bene: la squadra campione d’Europa – e di Spagna – in carica è quella che fa il mercato più young-oriented e quindi prospettico, più proiettato al futuro. Lo dicono le ultime rilevazioni dell’osservatorio CIES: nell’arco di tempo che va dal 2013 a oggi, e nello spazio geografico-competitivo delle cinque leghe top (Premier League, Liga, Serie A, Bundes e Ligue 1), il club di Florentino Pérez è quello che ha rilevato i giocatori con l’età media più bassa in assoluto (22.87 anni). Per la precisione, il Madrid ha acquistato il 18.6% di Under 21, addirittura il 62.8% di calciatori tra i 22 e i 25 anni e il 18.6% pescando nella fascia 26-29 anni. Nessun Over 30, e anche questo è un dato significativo.
Il primo posto del Real Madrid in questa speciale classifica è un’anomalia, un caso particolare. Perché basta scorrerla, questa graduatoria, per rendersi conto che Ligue 1 e Bundesliga sono davvero le leghe che danno maggiori opportunità ai giovani, quantomeno sul mercato: al secondo posto c’è il Borussia Mönchengladbach, al terzo troviamo il Borussia Dortmund; la top ten viene completata da Nizza, Lille, Real Sociedad, Wolfscburg, Bayer Leverkusen, Monaco e Bayern Monaco. Due squadre spagnole, tre francesi e cinque tedesche. Nessuno di questi club ha un’età media superiore ai 24.3 anni per quanto riguarda i giocatori in entrata. La tendenza è chiara, con Serie A e Premier League che sembrano fuori dal giro: per trovare una società inglese e/o italiana, bisogna arrivare sino al 16esimo posto in classifica, occupato dal Liverpool (età media degli acquisti di 24.65 anni); due posizioni più in basso, ecco finalmente il Sassuolo (24.71 anni). Se invece ribaltiamo la classifica, ecco comparire le squadre inglesi e italiane: il Chelsea è quella che ha fatto il mercato più vecchio, con 59 nuovi acquisti dall’età media di 26.71 anni; seguono l’Inter, il West Ham, il Manchester United, il Milan, l’Atlético Madrid e la Fiorentina, tutti sopra i 26 anni.
Tornando al Real Madrid, è evidente che questa inclinazione all’acquisto dei giovani sia stata alimentata negli ultimi anni: tra l’estate 2019 e quella di quest’anno, senza voler andare troppo indietro, sono arrivati Rodrygo, Eder Militão, Jovic, Reinier, Camavinga, Tchoumení. Tutti giocatori con un’età inferiore ai 22 anni, che quindi hanno controbilanciato acquisti stagionati – ma mai troppo – come quelli di Hazard, Mendy, Alaba, Rüdiger. Non a caso, viene da dire, alcuni anni fa Florentino Pérez spiegò che la politica di mercato del suo club era cambiata, si era evoluta: «Ci siamo sempre concentrati sull’acquisto dei calciatori più forti in assoluto e dei migliori prospetti spagnoli, e poi sulla formazione interna. Ora abbiamo perfezionato il nostro approccio, siamo attenti ai giovani provenienti da tutto il mondo. Stiamo portando avanti un grande progetto, che garantirà il nostro domani». Queste parole furono pronunciate nel corso di un’intervista successiva alla vittoria delle elezioni, quindi all’ennesimo insediamento come presidente del Madrid. Visto come sono andate le cose, è evidente che don Florentino aveva pienamente ragione.