C’è stata una favola da FA Cup anche in Giappone

Il Ventforet Kofu, club di seconda divisione, ha vinto il trofeo e ha conquistato un posto in Champions League.

Fino a qualche ora fa erano in pochi a conoscere il nome del Ventforet Kofu fuori dal Giappone. Dopotutto parliamo di un club senza grosse tradizione, che rappresenta una città di 200mila abitanti, capoluogo della Prefettura di Yamanashi, e che da cinque anni non partecipa alla J-League 1, il massimo campionato della piramide calcistica nipponica. Non è che in passato sia andata molto meglio: prima della stagione 2017, il Ventforet – fondato come Kofu Club nel 1965 – aveva messo insieme un totale di sette partecipazioni alla prima divisione, ma senza mai andare oltre la 13esima posizione in classifica. Ecco, questa sensazione di mediocrità storica è stata improvvisamente spazzata va dall’incredibile successo nella Coppa dell’Imperatore, la più antica competizione calcistica giapponese: creata più di un secolo fa, nel 1921, ha un meccanismo simile a quello della FA Cup, cioè è aperta a tutte le squadre del Paese, da quelle professionistiche fino a quelle che partecipano ai campionati regionali o scolastici. E allora la vittoria e il cammino del Ventforet si possono definire come proprio come una favola da FA Cup: dopo una comoda vittoria (5-1) contro una squadra piuttosto modesta, quella della International Pacific University, sono arrivati quattro successi in fila contro squadre di prima divisione. Vale a dire il Consadole Sapporo, il Sagan Tosu, l’Avispa Fukuoka e il Kashima Antlers.

Poi è arrivata la finale, contro il Sanfrecce Hiroshima: un altro club di J-League 1. Il Kofu è passato in vantaggio con Mitsuhira al minuto 26′, ma poi si è fatto raggiungere da Kawamura a sei minuti dal novantesimo. Sembrava che la bella storia del Ventforet dovesse finire come quella del Calais, il club di quarta divisione francese che nel 2000 riuscì a raggiungere l’ultimo atto di Coupe de France ma poi fu sconfitto dal Nantes. Il Kofu, però, ha saputo resistere. E alla fine ha vinto, nel modo più spettacolare e indimenticabile, almeno per i suoi tifosi: ai rigori, con cinque penalty realizzati su cinque, mentre proprio Kawamura, l’autore del gol del Sanfreece, ha fallito la propria trasformazione. Grazie a questo successo, il Ventforet è diventato il primo club non iscritto alla J-League 1 capace di vincere il trofeo negli ultimi undici anni: l’ultima squadra a riuscire in questa impresa era stata il FC Tokyo nel 2011.

La sintesi della finale

Oltre alla vittoria della coppa in sé, che di per sé già basterebbe, il Ventforet ha conquistato anche un posto nella prossima fase a gironi dell’AFC Champions League, la massima competizione per club del calcio asiatico. Inutile aggiungere che si tratterà della prima partecipazione assoluta al torneo. Ma le grandi storie legate a questo successo non sono finite: intanto il rigore decisivo è stato realizzato da Hideomi Yamamoto, difensore 42enne che gioca a Kofu da quasi vent’anni. Anche il tecnico Tatsuma Yoshida si è preso una bella rivincita: Yoshida aveva già guidato il Ventforet tra il 2017 e il 2018, ed era stato, suo malgrado, tra i protagonisti dell’ultima retrocessione in seconda divisione. In seguito ha guidato la Nazionale di Singapore per due anni, prima di tornare a Kofu all’inizio di quest’anno solare.

La cosa più paradossale è che il campionato del Ventforet è andato davvero malissimo: dopo il terzo posto dell’anno scorso era una delle squadre favorite per la promozione, e invece è al 18esimo posto quando mancano solo due partite alla fine del torneo. Non rischia la retrocessione, in virtù dei suoi otto punti di vantaggio sulla penultima posizione, ma il rendimento in questa stagione resta quantomeno deludente. O meglio: era così fino a quando non è arrivata l’incredibile vittoria nella Coppa dell’Imperatore. Che, probabilmente, ha cambiato per sempre la storia del Ventforet.