La maledizione di Marco Reus

Salterà anche questi Mondiali, ancora per infortunio.
di Redazione Undici 10 Novembre 2022 alle 13:32

La lista dei convocati diramata ufficialmente da Hansi Flick ha sancito che Marco Reus salterà i Mondiali 2022. Il capitano del Borussia Dortmund, 33 anni compiuti lo scorso 31 maggio, ha accusato una distorsione alla caviglia sinistra il 17 settembre, in una partita contro lo Schalke, e da allora ha cercato in tutti i modi di tornare in campo e di guadagnarsi la convocazione di Flick. Purtroppo per lui, però, l’interessamento del legamento laterale si è rivelato più grave del previsto, e così i tentativi di rientrare – un tempo giocato contro l’Union Berlin a metà ottobre, 23 minuti in campo pochi giorni fa contro il Bochum – hanno portato prima a una ricaduta e poi a una verifica negativa. Insomma, la caviglia di Reus non dà le garanzie necessarie per il torneo che, per la Mannschaft, inizierà mercoledì 23 novembre – in calendario c’è la sfida al Giappone, nel gruppo ci sono anche Spagna e Costa Rica.

Reus è stato parecchio sfortunato, visto che l’infortunio “madre” è arrivato inciampando in un avversario, quindi in modo totalmente fortuito. Il problema, però, è che questa sfortuna lo perseguita da anni e anni, e si manifesta in maniera crudele tutte le volte – o quasi – che la Germania deve affrontare un grande torneo. Tutto è iniziato alla vigilia del Mondiale 2014, quello che poi la Mannschaft avrebbe dominato e vinto: Reus era stato comprimario due anni prima agli Europei in Polonia/Ucraina e fu effettivamente inserito nel roster del ct Löw per la spedizione in Brasile, ma un infortunio – sempre alla caviglia sinistra – in un’amichevole pre-Mondiale, giocata il 6 giugno, lo costrinse ad abbandonare la squadra. Storia diversa ma dall’esito simile due anni dopo, alla vigilia degli Europei francesi: Reus fu tagliato da Löw, che per motivare la scelta disse che «i medici erano molto scettici sul suo impiego durante il torneo. Ho dovuto prendere questa decisione per le sue condizioni fisiche».

Per Russia 2018, Reus riuscì a mettere in pausa il sortilegio. Solo che fu la Germania, intesa come squadra, a rovinargli l’estate: nonostante fosse campionessa in carica, la Mannschaft disputò un girone eliminatorio pessimo, con due sconfitte contro Messico e Sud Korea e una vittoria contro la Svezia, gara in cui Reus trovò anche il gol. E siamo ai giorni nostri, a un anno e mezzo fa: alla vigilia delle convocazioni, fu lo stesso Reus ad annunciare il suo forfait, una decisione concordata con il ct Löw e lo staff della Nazionale e legata a una condizione fisica non ottimale, ancora. Da allora, Reus ha disputato quattro gare – con due gol segnati – di qualificazione ai Mondiali, quindi è stato tenuto sempre in considerazione da Hansi Flick, successore di Löw il suo addio al termine degli Europei. Poi, però, sono stati di nuovo gli infortuni a togliergli l’opportunità di giocare ai Mondiali. E forse si tratta di un addio definitivo, considerando che, alla vigilia di Usa/Canada/Messico 2026, Marco Reus avrà 37 anni. Difficile ipotizzare che possa essere in campo.

>

Leggi anche

Calcio
Il Real Madrid ha avviato il processo per fare entrare i primi investitori esterni della sua storia
Il sistema dei soci interni, in vigore sin dal 1902, potrebbe essere rivisto in un'assemblea straordinaria (ma sempre con contorni molto prudenti).
di Redazione Undici
Calcio
Da quando è diventato presidente dell’Andorra, l’hobby preferito di Gerard Piqué è esonerare gli allenatori
Il successore di Ibai Gómez sarà il settimo nelle ultime sette stagioni. E più di una squadra che lotta per non retrocedere dalla Segunda División, dovrà fare i conti con un ambiente decisamente nervoso.
di Redazione Undici
Calcio
I tre migliori modelli d’ispirazione per i giovani polacchi sono mamma, papà e Robert Lewandowski
Avete presente Maradona per gli argentini? Con le dovute proporzioni e differenze nazionali, nella Polonia di oggi sta succedendo più o meno la stessa cosa col capitano del Barça.
di Redazione Undici
Calcio
È stato il derby di Mike Maignan, che è tornato a essere decisivo come nell’anno dello scudetto e si è ripreso il Milan
Il rigore parato a Cahlanoglu, altri due interventi decisivi, una sensazione di invulnerabilità e centralità assoluta nel progetto rossonero.
di Redazione Undici