La Nazionale australiana deve tantissimo al calcio danese, ma ora vuole eliminare la Danimarca dai Mondiali

Negli ultimi anni la Superligaen è diventata una delle leghe preferite dagli australiani per tentare il salto in Europa.

Ai Mondiali del Qatar, Danimarca-Australia di mercoledì 30 novembre sarà una delle partite più interessanti della terza giornata della fase a gironi. Per un motivo semplice: chi vince accede agli ottavi di finale, se diamo per scontato che la Tunisia non faccia risultato con la Francia – ed è difficile pensarla diversamente. Gli australiani hanno un vantaggio: possono giocare anche per il pareggio, visto che hanno battuto la Tunisia mentre la Danimarca non ci è riuscita. È una situazione paradossale, visto il background storico: il movimento australiano, infatti, deve moltissimo al calcio danese. La storia, non proprio famosa, è stata raccontata dal Guardian in questo articolo sulla figura di Peter Christiansen, ex calciatore dalla carriera vissuta solo in patria – soprattutto con le maglie di Vejle e Copenaghen – e poi osservatore e dirigente, attualmente direttore dell’area sportiva del Copenaghen. Ebbene, Christensen ha aperto un canale di mercato preferenziale tra il suo Paese e l’Australia.

Tutto è iniziato da un viaggio di due settimane avvenuto nel 2011, quando Christensen era responsabile dell’area scout del Randers FC, club del massimo campionato danese. Nel momento in cui fu invitato in Australia da un agente, c’erano solamente due calciatori australiani in Danimarca. Da allora, quindi negli ultimi undici anni, ben 19 calciatori di quel Paese si sono trasferiti in Danimarca. Chrsitensen è stato coinvolto, come osservatore o come direttore sportivo, in sette di queste operazioni. Oggi, nella Superligaen danese, ci sono il portiere – e capitano – dei Socceroos Matthew Ryan e il terzino Joel King, entrambi convocati ai Mondiali, ma nella rosa composta da Graham Arnold per Qatar 2022 c’è pure Awer Mabil, oggi al Cadice e sbarcato in Europa grazie a un’intuizione del Midtjylland. Nello staff del ct Arnold lavora poi il preparatore atletico Andrew Clark, che da qualche mese è stato nominato Head of high performance and sports science del Copenaghen.

Il legame creato tra Australia e Danimarca va ben oltre il ruolo di Christensen come uomo-ponte: la tendenza a utilizzare l’inglese come lingua per le comunicazioni interne caratterizza tutti i club del sistema calcistico danese, e questo fa sentire a casa i giovani australiani; inoltre la Superligaen è un campionato fondato proprio sulla scoperta e sulla valorizzazione del talento, soprattutto quello straniero, e quindi rappresenta una specie di hub d’accesso al grande calcio europeo. Secondo Christensen, «è un luogo perfetto per giocatori che vengono da un Paese calcisticamente sottovalutato, ma che in realtà produce atleti di buona qualità, laboriosi, professionali, che hanno grande intelligenza». Atleti che ora potrebbero dare un dispiacere proprio alla Danimarca, nella cornice del Mondiale. Quattro anni fa la sfida terminò 1-1, ma alla fine furono i danesi a conquistare il pass per gli ottavi. Stavolta lo stesso risultato proietterebbe i Socceroos al turno successivo, e già questo è un segnale piuttosto significativo.