C’è una nuova Superlega all’orizzonte

Un torneo super-allargato, aperto a più di sessanta squadre e basato sul "merito sportivo".

La Superlega è un progetto tutt’altro che sepolto: nonostante il clamoroso fallimento dell’aprile 2021, con il progetto lanciato e imploso nel giro di poche ore, il braccio di ferro dei club promotori con l’Uefa – Juventus, Real Madrid e Barcellona – è ancora in piedi, ed è arrivato alle corti di giustizia dell’Unione Europea. Nel frattempo, parallelamente alla battaglia giudiziaria, A22 Sports Management, la società che controlla la European Super League Company, ha rilanciato, con una nuova proposta. Ovviamente, concorrenziale rispetto alla Uefa e alla sua Champions League.

Non sono stati resi noti i nomi delle squadre che starebbero appoggiando il progetto, ma che si presenta molto diverso rispetto a quanto avanzato nel 2021 – quando si pianificava l’organizzazione di un torneo semi-chiuso, con 20 partecipanti. Nella Superlega “reloaded” non ci sono più squadre fisse: il torneo sarà aperto a tutti, basato sul “merito sportivo”, come rende noto il comunicato. Il numero di partecipanti sarà molto ampio: dalle 60 alle 80 squadre, con 14 partite garantite a testa. Tra i benefici e gli obiettivi collaterali, “risorse aggiuntive per l’intera piramide calcistica, regole finanziarie strettamente da rispettare, significativi investimenti sul calcio di base e promozione del calcio femminile”.

Nello specifico, si rende noto che il torneo non presenterà membri fissi, ma che il meccanismo di qualificazione avverrà sulla base dei risultati ottenuti nei campionati nazionali. Si sottolinea, al tempo stesso, come proprio i campionati nazionali debbano rimanere rilevanti. Le squadre partecipanti, si dice ancora, dovranno obbligatoriamente partecipare ai tornei nazionali. aspetti che rappresentano una sostanziale marcia indietro rispetto al primo progetto Superlega – chiuso e decisamente sovraordinato rispetto a Serie A e simili.

Il ceo di A22, Bernd Reichart, avrebbe già contattato circa 50 club europei, con la maggior parte d’accordo – rende noto sempre il comunicato diffuso – sulla necessità di cambiare il modo in cui funziona il calcio continentale. «I club si assumono tutto il rischio d’impresa, e spesso sono messe ai margini dalle decisioni che vengono prese», ha detto Reichart. «In questo momento stanno vedendo le loro fondamenta finanziarie in pericolo. Nel dialogo che c’è stato con loro si è reso palese la necessità di cambiare e di porre le basi per farlo». Ancora nel comunicato, si dice che “la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si esprimerà a proposito della legittimità del monopolio Uefa e in che modo questo impatta sui principi e sui valori fondanti dell’Unione Europea”. Chiaramente, il progetto vuole sottrarre all’Uefa il controllo della più importante competizione calcistica europea, per far sì che i club possano essere autonomi nell’organizzazione del torneo. Un modo per accentrare i ricavi, e moltiplicarli rispetto a quelli che la Uefa concede oggi ai club.