Guardiola ha fatto ZERO sostituzioni in Lipsia-Manchester City

La partita è finita 1-1, e non tutti hanno compreso la scelta di Pep.

Il Manchester City sta vivendo una stagione altalenante, da qualsiasi punto di vista. Tanto per dire: la squadra di Guardiola ha battuto l’Arsenal due volte nell’ultimo mese, in FA Cup e poi pure in Premier League, ma ha anche perso cinque punti in campionato – perdendo contro il Tottenham e pareggiando contro il Nottingham Forest – e non è riuscito a battere il Lipsia nell’andata degli ottavi di Champions. E poi, come se non bastasse, a gennaio João Cancelo è stato ceduto in prestito al Bayern e poche settimane dopo sono uscite delle notizie non proprio rassicuranti sulle indagini condotte dalla Premier League su presunte violazioni finanziarie compiute dalla società. Insomma, il City sta vivendo un momento complesso, in cui pure Pep Guardiola sembra a dir poco spaesato: la sua ultima innovazione, schierare Bernardo Silva come finto terzino – cioè come laterale sinistro della difesa a quattro che poi diventa centrocampista in fase di impostazione – contro l’Arsenal, non ha funzionato proprio benissimo; a Lipsia, invece, il tecnico catalano ha deciso di non effettuare alcuna sostituzione. Una scelta strana, estrema: l’ultimo tecnico ad averla fatta, guardando alla sola Champions League, è stato José Mourinho in Manchester United-Juventus della stagione 2018/19, una gara della fase a gironi.

Ovviamente i giornalisti hanno stuzzicato Guardiola su questa sua decisione così particolare, ponendogli una domanda diretta. Il manager del Manchester City ha spiegato così perché ha deciso di non attingere alla sua panchina: «Come allenatore, ho la possibilità di fare cinque sostituzioni in questa competizione. Questo non vuol dire che devo farle per forza. La realtà è che ero davvero contento del modo in cui la squadra stava interpretando la partita: dopo aver analizzato il Lipsia con il mio staff, ci siamo resi conto che non avevamo la squadra giusta per competere con loro con le transizioni, in quell’aspetto tattico sono migliori di noi. E allora dovevamo controllare la palla e la gara come abbiamo fatto, loro sono più veloci e non dovevamo concedergli tanto campo». In pratica, Guardiola ha detto che la sua squadra stava facendo quello che voleva, e non c’era bisogno di cambiare niente. Su Foden, che sarebbe potuto entrare, Pep ha spiegato che ha avuto l’idea di metterlo in campo dopo il pareggio segnato dal suo quasi omonimo Gvardiol, solo che poi si è reso conto che il City «aveva ripreso subito il controllo della partita». Alla fine di questo discorso, ha fatto una delle sue solite battute un po’ dissacranti e un po’ acide sul fatto che «per il match di ritorno farò il matto, magari schiererò nove attaccanti tutti insieme».

In ogni caso, e per amore di verità, va anche detto che il Manchester City si è presentato a Lipsia senza alcuni giocatori importanti – Laporte, De Bruyne, Stones. E, quindi, la panchina di Guardiola non proprio ricchissima: c’erano i portieri Ortega e Carson, il già citato Phil Foden, Julian Álvarez, Kalvin Phillips (che in stagione ha giocato una sola volta da titolare e che nell’ultimo mese ha accumulato solo 18 minuti in campo), il terzino Sergio Gómez e poi Lewis, Palmer, Perrone, Robertson, Charles, tutti calciatori molto giovani e/o formati nell’Academy del club. Certo, Foden e Álvarez avrebbero potuto cambiare la fisionomia e il gioco del City, ma Pep ha deciso di non provarci nemmeno. Lui ha assicurato che era felice di come stesse giocando la sua squadra, nonostante un risultato e una prestazione non brillantissima. Forse pensava che c’è anche una gara di ritorno da giocare, chissà.