Visto com’è andata a finire, il Milan non potrà ricordare con molto piacere la gara contro la Salernitana: l’1-1 maturato a San Siro non ha permesso ai rossoneri di agganciare l’Inter al secondo posto in classifica, e così la qualificazione alla prossima Champions League è ancora incerta, ancora a rischio. Da Milan-Salernitana, però, la squadra di Pioli può cavare almeno una buona notizia: la conferma che Mike Maignan è tornato ai livelli – mostruosi – di un anno fa e dell’inizio di questa stagione. La giocata – non si può assolutamente parlare di “parata” – con cui il portiere francese ha stoppato Dia alla fine del primo tempo è stata bellissima, e in qualche modo ha certificato che Maignan ha recuperato tutto ciò che lo rende uno dei migliori interpreti del ruolo a livello globale.
Le immagini sono davvero incredibili, a riguardarle bene: un errore – a dir poco – grossolano di Thiaw permette a Dia di correre in campo aperto, e in posizione centrale, verso la porta del Milan; Maignan tiene una posizione ibrida, non esce a valanga subito e non torna in porta, resta al limite dell’area e ragiona come se fosse un coreografo, cioè sente i battiti della corsa di Dia e poi sceglie il tempo per il suo intervento, per la sua giocata. Quando è il momento, il portiere del Milan si trasforma in un difensore centrale, in una sorta di emulo di Alessandro Nesta: di tempi e tempismo abbiamo già detto, poi però c’è anche un tackle da affondare, e Maignan lo fa in maniera perfetta, allarga tantissimo la gamba e riesce a smorzare il pallone senza toccare Dia, senza correre neanche il rischio del fallo. Certo, non c’è dubbio: Dia avrebbe potuto (dovuto) allargarsi di più, avrebbe potuto (dovuto) toccare la palla in modo più netto e deciso, così da rendere impossibile l’intervento di Maignan. Ma il portiere del Milan copre uno spazio enorme con la sua figura e fa altrettanto, rasoterra, con le sue gambe, grazie alla capacità di allungarsi in modo quasi innaturale sul campo da gioco.
Un intervento difensivo perfetto
Da molti anni, ormai, sentiamo e leggiamo le storie sull’aggiornamento del ruolo del portiere, parliamo di sweeper-keeper e di estremi difensori che ragionano e si muovono e giocano anche la palla come se fossero giocatori di movimento. È tutto vero, e quello che ha fatto Maignan raggiunge, tocca e sfonda il vetro che ci separava dal livello d’evoluzione successivo: in questa azione contro Dia, il portiere del Milan è un difensore in tutto e per tutto, non immagina neanche per un attimo di uscire con le mani o le braccia verso l’attaccante, piuttosto pensa e fa tutto quello che avrebbe pensato e fatto un libero degli anni Sessanta e Settanta. Alessandro Nesta e i suoi contemporanei in fondo erano gli eredi di quella tradizione, oggi quell’heritage appartiene a portieri come Maignan. Ce ne sono pochi così forti, ok, ma la strada è segnata.