Dal dicembre 2019 al dicembre 2021 sono cambiate tantissime cose. Una pandemia globale ha ridisegnato le nostre vite, la crisi climatica ha continuato a peggiorare, Facebook ha lanciato il Metaverso, la Superlega è nata e poi morta, l’Italia ha vinto un Europeo di calcio e un oro olimpico nei cento metri. Mentre il mondo cambiava, una cosa rimaneva costante: l’Imoco Volley Conegliano non perdeva mai. Per 720 giorni, la miglior squadra di pallavolo femminile degli ultimi anni ha lasciato il campo festeggiando in cerchio una vittoria, arrivando a settantasei successi consecutivi, una striscia senza eguali (il record precedente era del VakıfBank, 73 vittorie di fila).
Non perdendo mai, in quei due anni le Pantere, come vengono chiamate le giocatrici gialloblù, hanno chiaramente vinto ogni competizione a cui hanno partecipato: due campionati, due coppe Italia, tre Supercoppe, una Champions League e un Mondiale per club (questi due trofei non sono stati assegnati nel 2020). Quest’anno il club ha ceduto la miglior giocatrice del mondo, Paola Egonu, eppure si trova in testa alla Serie A con 21 vittorie e 1 sconfitta, ha vinto il girone di Champions League e ha portato a casa Coppa Italia, Supercoppa e, per ultimo, il Mondiale per Club lo scorso dicembre in Turchia, cedendo appena 2 set in 4 partite e tornando sul tetto del mondo tre anni dopo il trionfo del 2019.
Dalla sua nascita, nel 2012, l’Imoco Volley ha sfidato spesso dei limiti che si pensavano insormontabili e non solo li ha superati, ma ha riscritto il concetto stesso di limite, anzi l’ha quasi cancellato, convincendosi ogni volta di poter compiere un altro passo avanti. «Per me superare i limiti vuol dire provarci sempre, non dire mai che non riuscirai a fare quella cosa o che quell’obiettivo è irraggiungibile», dice la centrale olandese Robin De Kruijf, 31 anni, a Conegliano da sette stagioni e tra le protagoniste del ciclo d’oro. Soprattutto in uno sport come la pallavolo in cui la componente aleatoria è meno influente rispetto ad altri (se sei più forte, devi vincere, insomma), provare costantemente a migliorarsi e convivere con l’etichetta di squadra da battere porta con sé una discreta dose di pressioni.
D’altra parte però «vincere è bellissimo, non ci si stanca mai», riconosce Joanna Wolosz, alzatrice polacca classe 1990, dal 2017 all’Imoco. «Per noi dopo un trofeo vinto c’è il giusto momento di festeggiamento, ma poi siamo già focalizzate sull’appuntamento successivo e sul trofeo che dobbiamo conquistare. La pressione? Magari ce l’hanno di più gli altri quando giocano contro di noi». In effetti il Palaverde di Villorba, lo storico palazzetto trevigiano (a 30 chilometri da Conegliano), è un po’ la Wakanda delle Pantere dell’Imoco, un regno inviolabile per la maggior parte delle avversarie. Con oltre 4.500 spettatori medi, nell’ultima stagione pre-pandemia ha superato le 100mila presenze stagionali, un altro primato per il club che da quattro anni consecutivi ha lo Scudetto cucito sulle canottiere. «Quando ci giocavo da avversaria era impressionante perché c’era un calore pazzesco da parte del pubblico», ricorda Alessia Gennari, schiacciatrice arrivata l’estate scorsa da Monza. «Figuratevi adesso che il pubblico è dalla mia parte, il tifo gialloblù regala un’adrenalina eccezionale, certamente è il palasport più caldo della pallavolo femminile ed è uno dei tanti motivi per cui giocare per l’Imoco Volley è davvero una cosa speciale».
Anche a chi ormai lo considera una seconda casa, come Wolosz, non smette di regalare emozioni: «Il Palaverde è un palazzetto dove si respira la storia del nostro sport, sul soffitto ci sono tutti i trofei vinti dalle squadre che hanno giocato qui in passato (la Sisley nel volley, la Benetton nel basket, ndr). Adesso da qualche anno ci sono anche i nostri stendardi ed è un grande onore per noi alzare gli occhi e vedere tutti i nostri trofei. Quello che lo rende speciale però è il nostro pubblico, il migliore del mondo. Quando il Palaverde è pieno, e per fortuna succede molto spesso, abbiamo una forza in più da gettare in campo».
Conegliano ha dato vita a un ciclo che non sembra volersi esaurire grazie all’unione di intenti tra il pubblico, il gruppo e una società desiderosa di rimanere sempre competitiva, assorbendo i cambiamenti, ricercando sempre l’eccellenza dentro e fuori dal campo, allargando gli orizzonti commerciali. Gli sponsor sono oltre 240, molti radicati nel territorio e legati alla filiera del Prosecco, altra eccellenza del luogo (dalla scorsa stagione la squadra si chiama Prosecco Doc Imoco Volley Conegliano). Secondo Wolosz e De Kruijf, «quando si trova un ambiente come questo, una grande sintonia tra staff tecnico, squadra, società e tifosi, gli stimoli non mancano mai. Il desiderio di regalare tante gioie ai nostri tifosi e alla nostra società è sempre vivo, noi ci divertiamo tanto insieme e abbiamo voglia di continuare a vincere ancora per un bel po’. Il nostro segreto comunque, anche se ci fosse, non ve lo sveleremmo!».
Sicuramente funziona il mix tra giocatrici esperte e abituate a vincere e nuove arrivate come Federica Squarcini, centrale di 22 anni: «Sono stata felicissima e quasi incredula quando ho avuto la proposta di venire a Conegliano. Era la squadra che ho sempre ammirato in tv fin da piccola ed è un sogno adesso poter giocare con questa maglia. Poi ho maturato dentro di me che questa era la grande occasione che mi aspettava, alla quale non potevo dire di no e adesso mi sembra incredibile, ma sono a tutti gli effetti una Pantera».
Entrare a far parte di una delle principali dinastie sportive degli ultimi dieci anni come l’Imoco Volley è un traguardo importante, ma non può essere un punto di arrivo. Sedersi sugli allori, del resto, non è un’opzione contemplata in un club che tutti gli anni cerca di innovarsi per alzare ancora un po’ l’asticella: «Per me che sono giovane, questo è da tutti i punti di vista un punto di partenza», dice ancora Squarcini. «Il livello è altissimo, ogni giorno si impara in palestra, da coach Santarelli, dallo staff o dalle mie compagne più esperte. Sto vivendo queste esperienze con grande entusiasmo e mi considero molto fortunata ad essere qui con questo gruppo di campionesse che sono anche delle ragazze eccezionali. Starà a me saper mettere a frutto questi insegnamenti e continuare a impegnarmi e lavorare perché questa sia solo la prima di tante stagioni a questo livello per me».
La concorrenza dentro il team è alta, quella delle avversarie sta crescendo, ma Conegliano vuole continuare a vincere. In Serie A il quinto Scudetto di fila sarebbe l’ennesimo certificato del dominio delle Pantere, in Champions League c’è da vendicare la sconfitta subita nella scorsa finale della Champions League (3-1 contro le turche del VakıfBank) per riprendersi il titolo di campionesse d’Europa e, ancora una volta, spingere un po’ più in là il limite del possibile.