Highlights — Guarda il Napoli come si diverte a dominare il campionato

Il secondo gol di Osimhen contro il Torino è il nostro momento preferito della 27esima giornata.

Chi ha seguito le interviste postpartita di Torino-Napoli 0-4, sa che Luciano Spalletti ha parlato di Giovanni Di Lorenzo come di «un extraterrestre». Per la sua costanza di rendimento, per la sua applicazione difensiva, per il suo supporto continuo alla manovra d’attacco. E soprattutto per l’iniziativa personale – o meglio: in tandem con Anguissa – che ha aperto il campo poco prima del terzo gol del Napoli, realizzato da Victor Osimhen su cross di Mati Olivera. Le frasi di Spalletti su quell’azione sono state interessanti proprio per le parole scelte dal tecnico toscano: «Di Lorenzo ha fatto un uno-due di trenta metri con Anguissa». Sembra assurdo solo a pensarci. In effetti come si fa un uno-due di trenta metri? E chi potrebbe farlo?

Invece non si tratta di una forzatura dialettica: Di Lorenzo batte una rimessa laterale verso Anguissa, che come impone il calcio di Juric è già braccato dal suo marcatore diretto, e poi scatta come un forsennato per chiamare lo scambio al compagno, per chiudere questo uno-due che è veramente lunghissimo. Forse non sarà di trenta metri, ma di venti o venticinque sì. Quando scaglia il pallone con le mani verso Anguissa, Di Lorenzo dà la sensazione di auto-lanciarsi, di sapere che quella palla gli sarà restituita, e allora è giusto fare uno scatto da duecentista per andare a rigiocare quel pallone, anche se il vantaggio in classifica è enorme, anche se il Torino è già sotto di due gol.

Sta proprio in questo, ancor più che nell’enorme qualità tecnica dei singoli, la forza straripante del Napoli che sta dominando il campionato: c’è una voglia infinita di giocare, c’è un’energia inesauribile per farlo, c’è la predisposizione tecnica, tattica e mentale a non smettere mai, ad accelerare ogni volta che se ne presenta l’opportunità. Anche una rimessa laterale a metà campo può essere un’occasione. Pescando dal vocabolario calcistico quello classico, questo atteggiamento verrebbe declinato attraverso termini come famedeterminazionementalità vincente, mangiarsi il campo. Tutto giusto, ci mancherebbe. Ma è evidente che c’è qualcosa in più: i giocatori del Napoli provano un gusto enorme nel fare quello che fanno, nell’inventarsi e sperimentare dei modi sempre nuovi per prendersi il campo, per creare occasioni pericolose. Per mandare in tilt i sistemi difensivi dei loro avversari.

Un nuovo modo per cambiare fronte di gioco

L’ultimo concetto è fondamentale: l’azione del gol di Osimhen – la rimessa laterale, l’uno-due Di Lorenzo-Anguissa – viene costruita in modo profondamente tattico, nel senso che l’intuizione di Di Lorenzo nasce dalla volontà/necessità di forzare le marcature uomo su uomo predisposte da Juric, di ribaltare il fronte offensivo per aprire, letteralmente, la difesa del Toro. Il capitano del Napoli batte la rimessa e non può essere marcato da vicino, e quando scatta con quella fame – o determinazione, o mentalità vincente, potete scegliere voi –  è difficilissimo da contenere. Facendolo in diagonale, poi, taglia tutte le linee del Torino, e così mette Kvara e Olivera in condizione di giocare la palla in superiorità numerica sulla fascia sinistra.

Prima e dopo, ovviamente, la tecnica di base dei giocatori di Spalletti ha un peso enorme: lo stop e il tocco di Anguissa sono preziosissimi, dosati benissimo, il movimento a convergere e il tacco di Kvaratskhelia sono dolcissimi, il cross di Olivera, per altro servito di prima, taglia perfettamente l’area di rigore e si deposita sulla testa di Victor Osimhen, mentre a rimorchio ci sono già cinque giocatori con la maglia azzurra addosso. Ma basta il solo Osimhen: il centravanti nigeriano è intelligentissimo a sfilare sul secondo palo ed è dominante – come al solito, più del solito – nel salto e nella coordinazione per il colpo di testa. Così la palla finisce in rete e sembra la cosa più ovvia del mondo, quando invece l’azione del Napoli è stata complessa, tatticamente e tecnicamente sofisticata. Ma in fondo il punto è proprio questo: la squadra di Luciano Spalletti sta aggiornando ogni record, sta giocando in modo celestiale e lo fa mentre si diverte tantissimo, come se fosse la cosa più naturale del mondo. E allora un uno-due di trenta metri costa meno fatica, diventa una conseguenza inevitabile, e tocca agli altri, agli avversari del Napoli, capire come fermare o anche solo limitare tutto questo.