La Nazionale messicana potrebbe essere bandita dagli Usa a causa del coro «Puto! Puto!»

Gli Stati Uniti vogliono evitare a tutti i costi delle manifestazioni omofobe nei propri stadi.

I cori e gli insulti discriminatori durante le partite di calcio non sono un’esclusiva italiana ed europea, visto che purtroppo sono diffusi in tutto il mondo. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno un grosso problema con i tifosi messicani che entrano nei loro stadi in occasione delle – frequenti – partite tra le due Nazionali maschili, le più forti e titolate del calcio Nord e Centro americano, nonché rivali storiche: uno dei canti intonati più spesso dei tifosi della Tricolór è «Puto! Puto!», che ha una chiara connotazione omofoba e che già in passato ha determinato delle pesanti sanzioni nei confronti della Nazionale e della Federcalcio messicana, tra multe e partite casalinghe giocate a porte chiuse. Dopo l’ultimo incrocio tra le due squadre, quello di maggio 2022 valido per il girone di qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022, la US Soccer – di comune accordo con la Fifa – ha deciso di inasprire le pene nel caso in cui questi episodi si verificassero di nuovo su suolo americano: se dagli spalti dovessero arrivare cori offensivi di qualsiasi genere, la partita potrebbe essere sospesa e a pagarne le conseguenze non sarebbero solo i tifosi responsabili, ma anche la Nazionale messicana, alla quale potrebbe essere impedito di tornare a giocare negli Stati Uniti per i due anni successivi.

È per via di tutto questo che c’è un bel po’ di tensione in vista dell’amichevole Usa-Messico che si disputerà mercoledì 19 aprile in Arizona: se i tifosi messicani tenessero di nuovo lo stesso comportamento sugli spalti, potrebbe scattare un ban senza precedenti nella storia del calcio americano. Si tratta chiaramente di un tentativo “estremo” per cercare di scoraggiare nuove manifestazioni discriminatorie, visto che tutte le sanzioni irrorate finora non hanno sortito effetto: come detto, i cori omofobi intonati nei match contro gli Stati Uniti – ma anche in altre gare di qualificazione ai Mondiali, per esempio quelle contro Canada e Honduras – hanno portato a due partite interne da giocare senza pubblico, poi ridotta a una dopo il ricorso della Federcalcio messicana, e a una multa di 100mila franchi svizzeri.

Oltre alla Federcalcio americana, anche quella messicana si sta impegnando per raccomandare ai propri tifosi di non intonare cori discriminatori e/o omofobi durante la gara contro gli Usa. Come spiega Outsport, tutti coloro che che hanno acquistato il biglietto per la partita hanno ricevuto un messaggio in cui si invita a rispettare il codice di condotta locale. Sia prima che durante la gara, poi, verranno mostrati sui maxischermo dello stadio dei video di sensibilizzazione sul tema del razzismo negli stadi. Nel caso in cui tutti questi avvertimenti non dovessero “bastare”, potrebbero scattare le sanzioni di cui abbiamo parlato finora. L’ha confermato proprio un portavoce di US Soccer: «Il mancato rispetto del codice di condotta comporterà prima la sospensione e poi, se non finiranno i cori, la conclusione della partita. Inoltre ci saranno rimborsi per i biglietti acquistati e il Messico non potrà giocare per due anni in nessun stadio statunitense».