David De Gea è uno dei peggiori portieri della Premier 2022/23

Le statistiche dello spagnolo sono davvero impietose.

Il Manchester United sta vivendo un periodo tutt’altro che positivo: dopo la vittoria della League Cup a inizio marzo sono arrivate, nell’ordine, due sconfitte piuttosto nette in due scontri diretti per la Champions (0-7 ad Anfield contro il Liverpool e 0-2 in casa del Newcastle), la clamorosa eliminazione in Europa League contro il Siviglia e ora altre due sconfitte di peso contro Brighton e West Ham (entrambe per 0-1). L’unica soddisfazione è arrivata in FA Cup: i Red Devils hanno raggiunto la finale di Wembley cinque anni dopo l’ultima volta, ma anche in questo caso il successo è arrivato solo ai rigori, per altro al termine di una partita in cui il Brighton ha giocato meglio della squadra di Ten Hag, semplicemente. Lungo questi mesi di crisi, uno dei giocatori più in difficoltà è stato senza dubbio David De Gea: dopo i clamorosi errori in fase di impostazione commessi a Siviglia, palloni giocati malissimo che hanno letteralmente regalato i gol decisivi della squadra andalusa, ora è arrivata un’altra prestazione non proprio positiva contro il West Ham; il gol di Berahino è arrivato con un tiro che Espn ha definito «debole e facilmente parabile», e in effetti basta rivederlo per rendersi conto che il portiere spagnolo avrebbe potuto fare molto di più.

Anche le stats specifiche mostrano che la forma di De Gea, in questa stagione, è stata ed è piuttosto scadente: se guardiamo alle gare di Premier League, soltanto due portieri – Gavin Bazunu e Alex McCarthy, entrambi del Southampton ultimo in classifica – hanno una percentuale di parate più bassa rispetto al numero uno del Manchester United (68%). È un dato in controtendenza rispetto a quello dei clean sheet (15) raccolti da De Gea in questo campionato, una quota che al momento lo vede in testa nella classifica per il Golden Glove 2022/23, ma è evidente che in questa rilevazione i meriti più grossi vadano ascritti alla fase difensiva nel complesso e quindi a tutti i difensori, non solo al portiere.

Inoltre, c’è un altro aspetto di cui tener conto: De Gea è molto meno efficace con i piedi (solo il 68.5% dei passaggi e il 32% dei suoi lanci arriva a un suo compagno di squadra) rispetto a molti altri suoi colleghi di Premier League. Per De Gea non si tratta di una novità, anzi: l’ex tecnico della Spagna Luis Enrique lo ha escluso e ha puntato su Unai Simón proprio per questo motivo, e anche il nuovo ct della Roja – De La Fuente – ha deciso di schierare Kepa; quando Van Gaal arrivò a Old Trafford, nel 2014, uno dei suoi primi interventi sul mercato fu proprio l’acquisto di un portiere più dotato nel trattamento del pallone, e la scelta ricadde su Sergio Romero. L’evoluzione del gioco e l’arrivo di Ten Hag, un allenatore per cui è fondamentale impostare l’azione dal basso, hanno in qualche modo acuito il problema. E ora il vero dilemma riguarda il contratto del portiere spagnolo, in scadenza a giugno: il Manchester United, anche a causa di questi dati non proprio scintillanti, è deciso a offrire una cifra al ribasso rispetto ai 22 milioni di euro garantiti nell’attuale accordo. Una cifra che, ovviamente, De Gea non potrebbe guadagnare solo in un altro top club. Ma quale top club prenderebbe un portiere così?