Highlights — Guarda il Monza che entra in porta con la palla

Il gol di Dany Mota Carvalho contro il Napoli è il nostro momento preferito della 35esima giornata.

Non bisogna mai confondere qualità e irriverenza, visto che sono due cose molto diverse. Nel calcio, però, succede spesso che un atteggiamento sembra sovrapporsi all’altro. Anzi, in certi casi è quasi inevitabile. Prendiamo Monza-Napoli 2-0: al netto della – meritata, evidente, comprensibilissima – rilassatezza della squadra che ha vinto il campionato, i giocatori di Palladino hanno dato l’impressione di voler esagerare, di voler strafare, di voler entrare in porta col pallone. È andata esattamente così in occasione del gol di Dany Mota, arrivato quando eravamo a un soffio dal 20esimo minuto del primo tempo, all’apice di un inizio di partita in cui il Monza, citando proprio un ex allenatore del Napoli, «si è messo a palleggiare in faccia» ai campioni d’Italia. E l’ha fatto alla grande.

Il gol parte da dietro, da Rovella che recupera un pallone in pressing su Zielinski e lo consegna a Pessina. Il capitano del Monza sembrerebbe costretto a lanciare in avanti: il Napoli è posizionato bene, è aggressivo nel contropressing, Lobotka e Bereszynski e Anguissa sono tutti da quel lato, dal lato giusto. È qui, proprio qui, che il Monza dimostra di essere una squadra forte. Nel senso di ben allenata, ben messa in campo, costruita su un’idea e su un gruppo di giocatori di ottimo livello che sanno metterla in pratica. E che, quindi, sanno cosa fare con la palla. Così Pessina non la butta, visto che ha una soluzione di passaggio breve, sicura, su Dany Mota Carvalho. E il discorso vale anche per chi riceve il pallone: Carlos Augusto, infatti, sarebbe l’esterno sinistro a tutta fascia eppure si inserisce all’interno, alle spalle di Mota Carvalho, perché c’è uno spazio da attaccare e perché sa che il suo compagno gli toccherà la palla di prima, perché quel meccanismo – il famoso terzo uomo teorizzato da Johan Cruijff – serve proprio a questo, a determinare scompensi posizionali dietro e dentro le linee avversarie. Tutto è fluido, tutto avviene in un attimo: Anguissa e Lobotka sono saltati con un triangolo perfetto, Carlos Augusto ha tanto prato verde su cui correre e ha anche Caprari – che nel frattempo si è allargato a sinistra – da servire sulla corsa.

Il fatto che il Monza prepari questo tipo di azioni – che sembrano estrapolate da una partita di rugby – si evince chiaramente pochi istanti dopo. In pratica succede la stessa cosa in un’altra zona di campo: dopo che ha puntato Rrahmani senza dribblarlo davvero, Caprari vede – o forse sente – che Carlos Augusto ha seguito l’azione e può essere servito al limite dell’area, e allora gli appoggia il pallone in modo perfetto, esattamente sul piede sinistro. Mentre il pallone rotola Carlos Augusto sente la stessa cosa con Pessina, un altro terzo uomo che si inserisce in uno spazio vuoto, un altro calciatore che manda in tilt il sistema difensivo degli avversari penetrando dietro e dentro le linee. Sembra tutto facilissimo, invece non lo è. Perché Pessina in quella situazione può ricevere solamente un passaggio velocissimo, quindi deve inventarsi qualcosa per non farsi mangiare da Gollini in uscita. Cosa c’è di meglio di un altro tocco ad aprire lo specchio della porta sul lato debole, per servire chi arriva dalla destra, sulla destra? E chi arriva dalla destra, sulla destra? Dany Mota Carvalho, ovvero il trequartista di parte che servito il primo tocco a liberare Carlos Augusto, il calciatore da cui è iniziato tutto. A quel punto è davvero tutto semplice: conclusione di destro e palla in rete.

Sembra davvero un’azione di rugby

Non bisogna mai confondere qualità e irriverenza, dicevamo. E questa è qualità pura, luminescente, è lavoro in allenamento che poi si riverbera in campo. È così che una grande azione diventa irriverenza, ma è solo un’impressione: questo Monza entra in porta col pallone perché è in grado di farlo, non perché voglia umiliare gli avversari o voglia essere una squadra estetica. La cifra del gioco di Palladino è questa fin dal primo giorno, fin da quando ha ereditato la panchina di Stroppa, e il tempo non ha fatto altro che affinarla e raffinarla. Lo stesso discorso vale per le doti dei suoi giocatori: Ciurria, Dany Mota Carvalho, Carlos Augusto, Rovella, Pessina e tutti gli altri sono migliorati in questo sistema, per mezzo di questo sistema, e ora formano una squadra che diverte e si diverte, che fa un calcio super-riconoscibile ma soprattutto efficace. Lo dice la classifica e lo dicono azioni del genere, che si ripetono ormai da un anno e non dovrebbero sorprenderci più, e invece è impossibile non farlo.