C’è una nuova statua di Marcelo Gallardo che ha dei dettagli un po’ strani

La scultrice ha raccontato di aver voluto, come dire, omaggiare il carattere dell'ex allenatore del River Plate.

È difficile restituire la reale importanza di Marcelo Gallardo nella storia del River Plate. Forse il dato dei 14 trofei conquistati in otto anni (2014-2022) da allenatore potrebbe essere sufficiente, ma poi c’è va ricordato che uno di questi trofei è la Libertadores 2018, conquistata dopo il Superclásico in finale contro il Boca Juniors, e allora le cose cambiano, la figura del Muñeco – uno dei suoi due storici nickname, l’altro è Napoleón – ​diventa enorme. Anzi, eterna, come dice l’hashtag usato dal River per raccontare e celebrare l’evento di sabato, ovvero l’inaugurazione della nuova statua di Gallardo all’esterno del Monumental. Chi ha visto questa statua, però, si è accorto subito che c’era qualcosa di particolare, diciamo pure di strano. Basta guardare la foto per rendersene conto: c’è una visibile sproporzione in zona pelvica, una sorta di rigonfiamento che non può combaciare con la reale immagine di Gallardo – ma non solo di Gallardo: di qualsiasi altro uomo sano.

A realizzare la statua è stata l’artista Mercedes Savall, che nel suo profilo Instagram si autodefinisce «Escultora Del Fútbol». Intervistata in merito a quel particolare dettaglio del suo lavoro, ha detto – con sorprendente onestà – che ha lavorato prendendosi «qualche licenza artistica per dare un messaggio più forte». Non è stata solo una sua idea, visto che anche Carlos Trillo, medico del River e anche addetto stampa, ha suggerito di evidenziare esattamente quella zona del corpo di Gallardo: «Ci abbiamo pensato fin dall’inizio», ha raccontato Savall, «ma ho preferito non dire nulla in modo che la gente potesse rendersene conto solo a lavoro ultimato. Con il dottor Trillo abbiamo preso spunto dal Toro di Wall Street», vale a dire un altro famoso monumento che, come dire, è dotato di una grossa borsa scrotale. A ispirare Trillo e Savall è stata anche la possibilità che l’opera diventi una tappa obbligata per i tour di Buenos Aires, esattamente come succede a New York: «Molti visitatori vanno apposta a Wall Street e/o si avvicinano alla statua per farsi fotografare mentre toccano quella parte del corpo del toro».

Alla base di questa scelta c’è anche una forte connotazione culturale: «Quando ne abbiamo parlato con i dirigenti», spiega ancora la scultrice, «ho accettato subito: il messaggio da trasmettere era chiaro: i tifosi vogliono sempre che allenatori e giocatori pongan mucho huevo nel lavoro che fanno, e allora ho pensato di evidenziare quella parte del corpo, in fondo si tratta di una statua che non sarà esposta in un museo ma a pochi passi da un campo da calcio». Oltre al rigonfiamento pelvico, ci sono altri simboli più o meno visibili, non comprensibili da tutti: il simbolo dell’infinito sulla medaglia appesa al collo di Gallardo; un cavallo sulla fibbia della cintura, per richiamare il soprannome Napoleón; la figura del calciatore sulla Copa Libertadores indossa la maglia del River. Ma tutti gli occhi di chi passerà dal Monumental, ci scommettiamo, si concentreranno su altro. È davvero inevitabile, a pensarci bene.