C’è una nuova statua di Marcelo Gallardo che ha dei dettagli un po’ strani

La scultrice ha raccontato di aver voluto, come dire, omaggiare il carattere dell'ex allenatore del River Plate.
di Redazione Undici
29 Maggio 2023

È difficile restituire la reale importanza di Marcelo Gallardo nella storia del River Plate. Forse il dato dei 14 trofei conquistati in otto anni (2014-2022) da allenatore potrebbe essere sufficiente, ma poi c’è va ricordato che uno di questi trofei è la Libertadores 2018, conquistata dopo il Superclásico in finale contro il Boca Juniors, e allora le cose cambiano, la figura del Muñeco – uno dei suoi due storici nickname, l’altro è Napoleón – ​diventa enorme. Anzi, eterna, come dice l’hashtag usato dal River per raccontare e celebrare l’evento di sabato, ovvero l’inaugurazione della nuova statua di Gallardo all’esterno del Monumental. Chi ha visto questa statua, però, si è accorto subito che c’era qualcosa di particolare, diciamo pure di strano. Basta guardare la foto per rendersene conto: c’è una visibile sproporzione in zona pelvica, una sorta di rigonfiamento che non può combaciare con la reale immagine di Gallardo – ma non solo di Gallardo: di qualsiasi altro uomo sano.

A realizzare la statua è stata l’artista Mercedes Savall, che nel suo profilo Instagram si autodefinisce «Escultora Del Fútbol». Intervistata in merito a quel particolare dettaglio del suo lavoro, ha detto – con sorprendente onestà – che ha lavorato prendendosi «qualche licenza artistica per dare un messaggio più forte». Non è stata solo una sua idea, visto che anche Carlos Trillo, medico del River e anche addetto stampa, ha suggerito di evidenziare esattamente quella zona del corpo di Gallardo: «Ci abbiamo pensato fin dall’inizio», ha raccontato Savall, «ma ho preferito non dire nulla in modo che la gente potesse rendersene conto solo a lavoro ultimato. Con il dottor Trillo abbiamo preso spunto dal Toro di Wall Street», vale a dire un altro famoso monumento che, come dire, è dotato di una grossa borsa scrotale. A ispirare Trillo e Savall è stata anche la possibilità che l’opera diventi una tappa obbligata per i tour di Buenos Aires, esattamente come succede a New York: «Molti visitatori vanno apposta a Wall Street e/o si avvicinano alla statua per farsi fotografare mentre toccano quella parte del corpo del toro».

Alla base di questa scelta c’è anche una forte connotazione culturale: «Quando ne abbiamo parlato con i dirigenti», spiega ancora la scultrice, «ho accettato subito: il messaggio da trasmettere era chiaro: i tifosi vogliono sempre che allenatori e giocatori pongan mucho huevo nel lavoro che fanno, e allora ho pensato di evidenziare quella parte del corpo, in fondo si tratta di una statua che non sarà esposta in un museo ma a pochi passi da un campo da calcio». Oltre al rigonfiamento pelvico, ci sono altri simboli più o meno visibili, non comprensibili da tutti: il simbolo dell’infinito sulla medaglia appesa al collo di Gallardo; un cavallo sulla fibbia della cintura, per richiamare il soprannome Napoleón; la figura del calciatore sulla Copa Libertadores indossa la maglia del River. Ma tutti gli occhi di chi passerà dal Monumental, ci scommettiamo, si concentreranno su altro. È davvero inevitabile, a pensarci bene.

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