Il Bayern Monaco ha comprato un giovane portiere israeliano, e non tutti sono contenti

Daniel Peretz sembra essere un sostenitore di Netanyahu, una cosa che non fa impazzire i tifosi bavaresi. E che non piacerà a Mazraoui, schierato con i palestinesi.

In questa sessione di mercato, visto l’assenza ancora lunga di Neuer e il passaggio di Sommer all’Inter, il Bayern Monaco aveva bisogno di comprare un portiere. Alla fine la scelta è ricaduta su Daniel Peretz, 23enne cresciuto nel Maccabi Tel Aviv, eroe agli Europei Under 21 con la Nazionale israeliana: grazie al suo rigore parato nella gara dei quarti contro la Georgia, Israele ha raggiunto la semifinale del torneo e ha strappato la qualificazione per i Giochi Olimpici del prossimo anno. Com’era inevitabile che fosse, il trasferimento di Peretz al club più blasonato di Germania ha generato un bel po’ di entusiasmo nel suo Paese: il giornale tedesco Der Spiegel ha addirittura dedicato un articolo dedicato a tutto «l’enorme clamore» che si respira in Israele per questo «trasferimento storico».

Nell’ambiente del Bayern, però, non tutti sembrano essere felicissimi per questa operazione. E il motivo va ricercato proprio nel fatto che Peretz venga da Israele. Anzi: che ormai sia considerato un simbolo di Israele, e non solo per l’exploit con l’Under 21. I primi a manifestare il loro disappunto sono stati gli stessi tifosi bavaresi: spulciando sui  suoisocial, sono andati a ripescare alcuni post in cui Peretz difende Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, e hanno scoperto che il loro nuovo portiere ha anche svolto – tra il 2020 e il 2022 – il servizio di leva per il suo Paese. A questo punto, almeno secondo loro è facile fare 2+2: anche se Peretz in realtà non ha mai espresso chiaramente la sua posizione sul conflitto israelo-palestinese, è evidente che non possa essere considerato un filo-palestinese. Come se non bastasse, poi, Peretz ha una relazione con la popstar israeliana Noa Kirel, che ha rappresentato il suo Paese all’ultimo Eurovision Song Contest e che poi ha incontrato – con toni e atteggiamenti piuttosto concilianti – la famiglia di Netanyahu. Come dire: anche Kirel non si è mai posizionata a favore della Palestina, questo è certo.

Un altro problema che potrebbe venirsi a creare con l’arrivo di Peretz al Bayern riguarda il rapporto con Noussair Mazraoui, terzino olandese con passaporto marocchino che gioca in Baviera dall’anno scorso. Mazraoui, infatti, ha una posizione molto più chiara sulla guerra: durante l’operazione Guardian of the Walls, quando era ancora all’Ajax, pubblicò una vignetta che condannava la condotta dell’esercito israeliano, accompagnata dall’inequivocabile didascalia “Free Palestine”. Per quel post, Mazraoui fu attaccato duramente dai tifosi dell’Ajax, al punto che qualcuno arrivò a chiederne l’espulsione dalla squadra. La società alla fine decise di non procedere contro di lui, ma in seguito Mazraoui ha continuato a esprimersi con grande libertà su diversi temi politici, primo tra tutti il conflitto sulla striscia di Gaza: in uno dei suoi post, ha scritto che «non occorre essere musulmano per sostenere Gaza, devi solo essere umano»; ai Mondiali 2022, insieme a tanti altri giocatori della Nazionale marocchina, ha festeggiato la qualificazione alla semifinale sventolando la bandiera palestinese. Insomma, pare piuttosto evidente che Peretz e Mazraoui faranno fatica a parlare di geopolitica e ad andare d’accordo. Sarà interessante capire se questa situazione inficerà la loro intesa e quindi il loro rendimento sul camp.