Un modesto club belga ha pagato 30 milioni per Nuamah, poi l’ha prestato al Lione per motivi di FFP

Il Molenbeek ha la stessa proprietà dell'OL.
di Redazione Undici

In questo calciomercato che sta per finire, Ernest Nuamah era uno dei prodotti più pregiati: esterno offensivo classe 2003, cresciuto nella Right to Dream Academy, nell’ultimo anno e mezzo ha giocato – benissimo – nel Nordsjaelland e ha messo insieme 20 gol e cinque assist in 49 partite. Un giocatore del genere doveva essere seguito da – e accostato a – tantissime squadre, ma alla fine ha scelto di accasarsi all’Olympique Lione. Niente di strano o di sbagliato, in fondo la Ligue 1 è un ambiente perfetto perché un calciatore possa crescere bene, sviluppare il suo talento, imporsi nel grande calcio europeo senza troppe pressioni. Il punto è che il Lione l’ha preso in prestito da un’altra società che ha acquisito il suo cartellino. Per la precisione si tratta dal RWDM, acronimo di Racing White Daring Molenbeek, una modesta squadra di Jupiler Pro League, la prima divisione belga. Anche qui niente di strano o di sbagliato, se non fosse che il Molenbeek ha investito 30 milioni di euro per acquistare Nuamah. E poi, subito dopo, ha girato il giocatore in prestito all’OL.

Ecco un po’ di contesto, giusto per capire di cosa stiamo parlando: il RWDM rappresenta il comune di Molenbeek-Saint-Jean, 81mila abitanti alla periferia di Bruxelles; si tratta di una nuova società fondata nel 2015 sulle ceneri di un club che negli Anni Settanta ha vinto un titolo belga e ha raggiunto la semifinale di Coppa Uefa, ma che nei decenni successivi ha fatto andirivieni tra prima e seconda divisione; il ritorno in Pro League, partendo direttamente dalla sesta categoria nazionale, è arrivato solo pochi mesi fa, grazie alla vittoria del campionato cadetto. Insomma, la storia e l’attualità ci dicono che per un club del genere non fosse possibile investire 30 milioni per acquistare un giocatore. A maggior ragione nell’ambito di un torneo, la Jupiler Pro League, in cui fino a ieri il primato di acquisto più costoso apparteneva al Club Brugge: 17 milioni per acquistare Roman Yaremchuk dal Benfica nell’estate 2022.

E allora come e perché siamo arrivati a un’operazione del genere? La risposta è semplice, ma anche inquietante: le quote del RWDM appartengono a Eagle Football, la conglomerata che fa capo a John Textor e che possiede anche altre quattro squadre in giro per il mondo. Si tratta del Botafogo (Brasile), del Crystal Palace (Inghilterra), del FC Florida (Academy con sede negli USA). E, guarda caso, anche dell’Olympique Lione. Il passaggio delle azioni tra lo storico presidente Aulas e la nuova proprietà americana è avvenuto a giugno 2022, nel frattempo l’OL è arrivato al settimo posto in campionato, fallendo la qualificazione alle competizioni europee. Non è un dettaglio: i mancati introiti delle coppe e la difficile situazione debitoria del club hanno ristretto moltissimo i margini di manovra per non violare il Fair Play Finanziario, e quindi il Lione ha dovuto fare un mercato al risparmio, cedendo molto (sono andati via Lukeba e Faivre, e anche Barcola è sul punto di trasferirsi al PSG) e acquistando poco e niente (sei acquisti per un esborso totale di 13 milioni di euro).

Ora il puzzle è completo: il Lione voleva Nuamah, solo che non poteva rilevare il suo cartellino e metterlo sotto contratto senza sforare i paletti del Fair Play Finanziario. E allora Eagle Group ha utilizzato il Molenbeek secondo il sistema delle scatole cinesi, per poi spostare il calciatore nella squadra in cui voleva inserirlo davvero. È tutto lecito e legale? La risposta a questa domanda è ambigua, perché i regolamenti sulla multiproprietà sono ancora fallaci, soprattutto per quanto riguarda i trasferimenti tra club che appartengono allo stesso gruppo. E perché l’eventuale sanzione per il Molenbeek, che a sua volta potrebbe sforare i limiti del FFP, sarebbe una multa tutt’altro che onerosa. Una multa che Eagle Group, nel caso, pagherebbe tranquillamente. Magari proprio con i soldi ottenuti dalla cessione di Nuamah, che nel frattempo avrà avuto la possibilità di mettersi in mostra in Ligue 1: sarebbe la conclusione più assurda di questa vicenda, ma a pensarci bene è un’ipotesi tutt’altro che irrealistica.

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