Gli ultras del Lione hanno rimproverato la squadra usando l’impianto audio dello stadio

Il capo del gruppo Bad Gones ha potuto parlare al microfono, e la sua voce si è sentita per tutto il Parc OL.

Nell’ultima partita di Ligue 1, il Lione ha perso per 1-4 in casa contro il Paris Saint-Germain. Per quanto si tratti di una sconfitta pesante in uno scontro diretto, quantomeno sulla carta,  in fondo è un risultato che ci può stare. Forse quello che ci può stare di meno è che l’OL ha messo insieme soltanto un punto nelle prime quattro partite di campionato, un ruolino che lo ha relegato all’ultimo posto in classifica: era dal 1995 che il Lione non conosceva quest’onta. Tutto questo, però, viene completamente eclissato da quanto avvenuto subito dopo la fine della partita col PSG: i tifosi organizzati dell’OL, per la precisione quelli del gruppo Bad Gones, hanno rimproverato platealmente i giocatori che erano andati sotto la curva. E l’hanno fatto con la piena connivenza del club: il leader del gruppo, infatti, ha preso in mano un microfono collegato all’impianto audio dello stadio e ha parlato direttamente ai calciatori; la sua voce, così, si è sentita risuonare per tutto il Parc OL ancora gremito di tifosi.

Le immagini di questo momento sono state trasmesse in diretta televisiva da Amazon, licenziataria dei diritti tv della Ligue 1. E hanno fatto il giro del web e quindi del mondo, suscitando reazioni sconcertate e indignate. L’Équipe, quotidiano francese di riferimento, ha scritto che «i giocatori si sono messi davanti ai tifosi ed erano fermi, come ragazzini, ad ascoltare le loro rimostranze: abbiamo assistito a una sequenza di vere e proprie fustigazioni pubbliche». È tutto visibile in un video pubblicato dall’account Twitter di Prime Video – che, a sua volta, definisce «surreale» la protesta dei tifosi e il comportamento dei giocatori.

Il capo dei Bad Gones, rivolgendosi direttamente ai calciatori, ha detto che «molti altri, in passato hanno indossato e onorato la maglia dell’OL. Noi vogliamo che voi facciate altrettanto. Voi non avete il diritto di infangare una cosa che amiamo e rispettiamo», sempre riferendosi alla maglia. Prima e dopo, l’ultrà dell’OL si è rivolto ai leader dello spogliatoio, li ha invitati a venir fuori, a non restare più in silenzio. Anche a «venire a parlare direttamente con noi, se avete qualcosa da dire». Il tono e i contenuti, questo va detto, non erano per niente minacciosi. Ma resta il fatto che un gruppo di persone si è sentito in diritto di rimproverare dei calciatori professionisti, e che la società OL ha deciso di assecondare questa protesta, – mettendo a disposizione l’impianto audio dello stadio, invece che evitare una passerella del genere ai suoi stessi dipendenti. Una scelta che deve far riflettere, in ogni caso.