Una parte della tifoseria del Siviglia è molto arrabbiata per il ritorno di Sergio Ramos

Dopo l'annuncio del suo arrivo, il gruppo Biris Norte ha pubblicato un comunicato durissimo contro la società.

A guardarlo da una certa prospettiva, il ritorno di Sergio Ramos al Siviglia è l’operazione più romantica del calciomercato estivo 2023. L’ex capitano del Real Madrid ha rifiutato un’offerta – presumibilmente ricchissima – dall’Arabia Saudita, ha accettato di guadagnare meno per giocare di nuovo nel club in cui è cresciuto e ha dichiarato che «la mia scelta è ricaduta sul Siviglia perché avevo un debito nei confronti di mio padre e di Antonio Puerta», ovvero il giocatore del Siviglia – e quindi suo ex compagno – morto nel 2007, a soli 22 anni. Nella città andalusa, però, alcune persone non hanno preso benissimo il ritorno di Ramos: si tratta di alcuni componenti della tifoseria organizzata, più precisamente gli affiliati al gruppo Biris Norte, che hanno pubblicato un comunicato molto duro indirizzato alla società.

«La semplice offerta per questo calciatore», si legge nella nota, «era già irrispettosa nei confronti di migliaia di tifosi del Siviglia che hanno subito il suo disprezzo in passato». E ancora: «Un’operazione del genere fa bene agli interessi di alcuni dirigenti, persone che non capiscono ciò che rende grande il Siviglia. Il sevillismo deve avere memoria e orgoglio. Siamo stufi di vedere come i dirigenti e i grandi azionisti del Siviglia danno priorità ai loro interessi economici rispetto a ciò che significa veramente essere tifoso di questa squadra. Lo diciamo ancora una volta: dignità, valori e rispetto dello stemma e della tifoseria sono le basi su cui deve essere sostenuta una realtà con più di cento anni di storia». In ogni caso, il gruppo Biris Norte ha confermato che «non ci saranno scioperi del tifo e/o contestazioni nel corso delle partite».

Ma perché i sostenitori più caldi del Siviglia ce l’hanno con un giocatore che è cresciuto nel club e che ha deciso di tornare per godersi gli ultimi momenti della sua (strepitosa) carriera? Il rapporto si è incrinato dopo l’addio di Sergio Ramos, datato 2005: in diverse occasioni, Ramos è tornato a giocare al Sánchez Pizjuan e i tifosi lo hanno insultato per aver lasciato e quindi tradito il Siviglia. Sergio Ramos, a sua volta, non ha resistito e ha respinto al mittente le manifestazioni della sua vecchia curva: la foto che vedete in apertura risale a una gara di Copa del Rey giocata a gennaio 2017, in cui Ramos segnò un rigore e poi andò a esultare sotto la curva in cui trova spazio il gruppo Biris Norte, portando le mani alle orecchie e indicando il suo nome stampato dietro la maglia. Insomma, gesti non proprio concilianti nei confronti di un pubblico che non gli aveva perdonato l’addio. Il rigore, tra l’altro, venne realizzato con un dolcissimo – e irriverente – cucchiaio:

Dopo la partita, intervistato in zona mista, Ramos aveva spiegato che «i miei gesti polemici erano rivolti solo a chi insulta me e mia madre, non certo all’intera tifoseria del Siviglia». In effetti, secondo le cronache, l’allora capitano del Real Madrid chiese scusa a tutto il resto dello stadio dopo aver provocato gli ultras del Biris Norte. «Non so perché mi fischiano, quando morirò sarò sepolto con due bandiere: quella del Siviglia e quella del Real Madrid. Sono sevillista da sempre e vengo accolto in questo modo, mentre Dani Alves e Rakitic vengono salutati come eroi ogni volta che vengono a giocare in questo stadio con la maglia del Barcellona. E non sono nemmeno tifosi del Siviglia». Insomma, il rapporto tra Ramos e una parte della tifoseria organizzata del Siviglia è teso da molti anni. I dirigenti del club andaluso hanno deciso di completare lo stesso questa operazione, in pratica hanno sfidato apertamente la frangia più calda della propria curva. Una scelta tutt’altro che facile, tutt’altro che consueta.