Che brutta fine ha fatto Nicolas Pépé

Doveva essere uno degli attaccanti più forti della sua generazione, e infatti l'Arsenal investì 80 milioni per lui. Ora è andato al Trabzonspor, a parametro zero.

Nell’estate del 2019, quindi soltanto quattro anni fa, Nicolas Pépé dava l’impressione di essere uno dei talenti più promettenti del calcio mondiale: dopo una stagione da oltre venti gol con la maglia del Lille, infatti, diversi top club europei sembravano poter – e voler – fare follie per l’attaccante ivoriano, che in effetti faceva impressione per la velocità con cui effettuava dribbling a ripetizione e attaccava la profondità. Attorno al nome di Pépé, dunque, si scatenò una vera e propria asta sul mercato, a cui prese parte anche il Napoli di Aurelio De Laurentiis – con tanto di visita dei suoi agenti al ritiro di Dimaro. Alla fine la spuntò l’Arsenal, sborsando una cifra altissima: 80 milioni di euro. Mai i Gunners avevano investito così tanto su un solo giocatore – oggi questo primato appartiene a Declan Rice, acquistato per 116 milioni di euro dal West Ham.

La carriera di Pépé, quindi, nell’estate del 2019 sembrava destinata a decollare definitivamente. E quindi oggi è davvero assurdo che lo stesso Nicolas Pépé, 28 compiuti da tre mesi, si ritrovi a giocare in Turchia, al Trabzonspor. Tra l’altro il suo addio è avvenuto a parametro zero, cioè senza che l’Arsenal incassasse nulla dalla sua cessione. Perché i Gunners hanno deciso di disfarsi in questo modo di un giocatore pagato così tanto? Risposta semplice: perché negli ultimi quattro anni, Pépé ha dimostrato di non valer affatto quanto promesso. Lo dicono i numeri, 27 gol e 21 assist in 112 gare ufficiali; lo dice anche l’ultima stagione, passata in prestito – l’Arsenal ha provato a rivitalizzare il suo asset – a Nizza: pure in un contesto meno competitivo rispetto alla Premier League, Pépé non è andato oltre i sei gol in 18 partite di Ligue 1, che salgono a otto in 28 gare di tutte le competizioni.

In realtà l’avventura di Pépé con l’Arsenal non iniziò neanche così male: dopo una prima stagione di ambientamento tra il 2019 e il 2020, con otto gol in 42 presenze in tutte le competizioni, la seconda annata di Pèpè a Londra è stat di buon livello, con dieci gol in 29 presenze in campionato e altre sei reti – su 13 presenze – in Europa League. I veri problemi per Pépé, però, sono iniziati l’anno dopo: il suo rapporto con il tecnico Arteta è peggiorato molto, il manager spagnolo non vedeva in Pèpè un calciatore adatto e utile per i suoi schemi di gioco e per questo iniziò a concedergli sempre meno minuti in campo. A fine anno, le sue gare da titolare in Premier erano state soltanto cinque: troppo, troppo poco.

L’anno al Nizza doveva cercare di invertire questa tendenza, ma non è andata così: dopo un inizio interessante, sei gol su 19 partite giocate nel girone d’andata, un infortunio al ginocchio ha pregiudicato il resto della stagione. Pépé ha saltato otto gare, è ricomparso a primavera (tre partite giocate tra marzo e aprile) e poi si è dileguato di nuovo fino a fine anno, con altre otto gare senza mai entrare in campo. A quel punto, l’Arsenal si è ritrovato in casa un esubero vero, grosso, da piazzare in ogni modo. L’offerta buona è arrivata fuori tempo massimo: quando il mercato inglese era già chiuso, il Trabzonspor si è offerto di rilevare il cartellino – e quindi anche di sobbarcarsi lo stipendio – di Pépé, però a parametro zero. L’Arsenal, pur di liberarsi di lui, ha accettato questa formula. Un’ulteriore spruzzata di malinconia a una storia calcistica che sembrava davvero promettere grandi cose, ma che alla fine è stata a dir poco deludente.