Mentre il mondo era impegnato con gli acquisti del campionato saudita, le cose veramente interessanti accadevano, anche nell’estate 2023, in Serie A: trasferimenti dal Real Madrid al Frosinone, attaccanti montenegrini dal campionato slovacco, Kaba e Kabasele, strani casi di omonimia tra calciatori danesi.
Thomas Kristensen – Udinese
Nell’estate in cui sono arrivati in Serie A due Kristensen, un Kristiansen e un Christensen, è una fortuna che il nuovo acquisto dell’Udinese, difensore centrale alto 198 centimetri e destinato al ruolo di vice-Bijol, abbia la particolarità di essere chiamato dalla stampa danese con le sole iniziali, TK, cosa che gli conferisce più carisma e sintomatico mistero. Quella del trasferimento di Thomas Kristensen in Friuli è una bella storia di calciomercato, buoni sentimenti e ricorsi storici: nel 1997 Martin Jorgensen, cresciuto nell’Aarhus dall’età di 14 anni, firma per l’Udinese, dove diventa il miglior calciatore di sempre prodotto dal vivaio dei Bianchi. Nel 2009, per concludere la carriera, torna nella società dove è cresciuto e ci resta sei stagioni, passando successivamente ad allenare la squadra Under 14 e a occuparsi quindi dello sviluppo dei giocatori dai tredici ai quindici anni. Tra i ragazzi che allena, anche un adolescente Thomas Kristensen, che anni più tardi, nel 2021, vincerà il Martin Jorgensen Talent Award.
Quando, in maniera inaspettata, dopo aver venduto Bisseck all’Inter, il club riceve l’offerta dell’Udinese, TK viene contattato dallo stesso Jorgensen, che gli offre di soggiornare in un appartamento di sua proprietà a Udine (pare, però, attualmente occupato da un inquilino). Ad Aarhus sono talmente contenti della cifra ricevuta per un prodotto del loro settore giovanile, tre milioni di euro più bonus, che decidono di donare 100mila corone danesi, circa 13mila euro, al Galten FS, squadra in cui TK ha giocato da bambino. Il meccanismo di solidarietà della Fifa prevede pagamenti alle società che hanno sviluppato il calciatore soltanto a partire dai dodici anni di età e quindi al Galten non spetterebbe nulla, ma si decide comunque di regalare una fetta della torta al piccolo club della nona serie danese.
Christos Mandas – Lazio
A volte la colpa non è dei giornalisti: pare sia stato un osservatore dell’Inter, ormai qualche anno fa, a definire Christos Mandas il Donnarumma greco. Più noto agli scout di tutta Europa che al grande pubblico, Mandas è un raro caso di calciatore nato al Pireo e sfuggito all’onnipotente Olympiacos: cresciuto nel settore giovanile dell’Aetos Korydallou, dove pur di convincerlo a indossare i guanti da portiere scendono a compromessi, accettando di schierarlo per un tempo nel ruolo originario di attaccante, per averlo tra i pali nei restanti quarantacinque minuti, su di lui arriva l’Atromitos, che batte in velocità il più celebre club greco. Quando, ancora quindicenne, diventa il più giovane calciatore professionista di sempre della società del sobborgo ateniese, è già stato battezzato Signor Rigore, grazie ai due tiri dal dischetto parati alla Turchia nella finale della Coppa dell’Egeo con la nazionale Under 16, e ha già sostenuto un periodo di prova con la Primavera della Fiorentina; a novembre del 2017 debutta in prima squadra e, dopo quattro presenze in due stagioni, firma il rinnovo con clausola da due milioni di euro.
Niente male, ma è pur sempre il campionato greco
Purtroppo, nell’era dei social network, prima o poi a tutti tocca un quarto d’ora di umiliazione globale: il Donarumma di Peristeri arriva fino alla BBC per un paio di errori contro l’AEK nel 2019. L’esplosione definitiva arriva con il passaggio all’OFI Creta, nel gennaio 2022: dopo sei mesi da terzo portiere, nella stagione 2022-23 si presenta, alla prima opportunità, parando un rigore a James Rodriguez. Non lascia più il campo e, quando la Lazio lo acquista con l’idea di lasciarlo in prestito a Creta, è Maurizio Sarri a decidere di tenerlo a Roma come terzo portiere.
Trivante Stewart – Salernitana
Il proprietario del settimanale L’Epresso acquista un attaccante dalla squadra giamaicana di un imprenditore immobiliare inglese grazie all’utilizzo dei big data. Difficile trovare qualcosa di più esotico dell’arrivo di Trivante Stewart, che per complicare le cose, salutando i suoi nuovi tifosi, ha dichiarato di voler far felici i tifosi della Fiorentina: visti dai Caraibi, forse, siamo un po’ tutti uguali. Stregato dalla città di Saint Ann’s Bay durante una vacanza in Giamaica, Peter Gould, imprenditore che sostiene di essere stato in affari con Roman Abramovich e di aver lavorato col Chelsea, non è chiaro in quale veste, già ai tempi di Gullit e Vialli, decide di investire in una Academy calcistica di sua creazione, la Mount Pleasant. La prima squadra, conquistata la massima serie nel 2018, cresce rapidamente, ma è nel 2023, con la leggenda della nazionale Theodore Whitmore in panchina e Trivate Stewart in attacco, che arriva il primo titolo giamaicano: il centravanti, relativamente ignoto anche nell’isola fino a poco tempo prima, lotta per la classifica marcatori e si guadagna una chiamata in Nazionale.
Normale, a quel punto, un trasferimento verso altri lidi, ma invece del solito approdo nelle serie minori inglesi, con il Charlton che aveva manifestato il suo interesse, o del giro largo passando per campionati minori (un’offerta da un club sloveno), ecco che arriva la Salernitana, i cui dati suggerivano che si trattasse di «un giocatore atleticamente con una forza incredibile». È il primo calciatore a passare direttamente dalla Premier League giamaicana alla Serie A e secondo Paul Christie, direttore sportivo del Mount Pleasant, si tratta del più importante movimento di mercato del campionato dai tempi del passaggio di Ricardo Gardner al Bolton nel 1998, nonché il segnale di una strategia che vedrà, a breve, sempre più talenti giamaicani esportati nel resto del mondo.
Zinedin Smajlovic – Lecce
Non è facile trovare un colpo di mercato più misterioso di quello assestato da Corvino: Smajlovic non ha una pagina di Wikipedia, in nessuna lingua, e la sua carriera nel calcio professionistico è fatta di tredici partite e cinque gol nel girone Nord della terza serie svedese, nella prima metà del 2023, con la maglia del Täby FK, squadra dell’area urbana di Stoccolma. Una media gol notevole per un difensore centrale e infatti il giovane Zinedin, che oggi misura 191 centimetri di altezza, nasce come attaccante: il modello, allora come oggi, è Edin Dzeko, e quindi il ragazzo di origini bosniache guarda molta Premier League, tanto da imparare, ai tempi delle scuole elementari, l’undici titolare di ogni squadra della massima serie inglese, senza comunque perdersi i vari Barcellona-Real Madrid e seguendo anche la Serie A, di cui sostiene di conoscere quasi tutte le squadre (compresa qualcuna finita nel frattempo in Serie B).
A Zinedin, come evidentemente a suo padre, piace molto il calcio: ha iniziato a giocare ai tempi della scuola materna e non ha più smesso, limitandosi a cambiare ruolo all’età di 17 anni. Nel 2022, dopo essere passato da diverse società di Stoccolma, arriva al Brommapojkarna, club con circa 260 squadre, dal cui settore giovanile sono usciti calciatori come Dejan Kulusevski e Albin Ekdal, e per mantenersi lavora in un cantiere. A Bromma forse non credono abbastanza in lui, che a gennaio 2023 si sposta a Taby: di giorno lavora in una scuola, diventando presto l’idolo dei raccattapalle che lo ritrovano in campo al Vikingvallen, e di sera si allena. Ora al Lecce può concentrarsi solo sul calcio: «Avere un lavoro era bello, ma poteva essere anche molto stancante», ha detto.
Chukwubuikem Ikwuemesi alla Salernitana
Ladan Bosso, l’allenatore della Nigeria Under 20 che secondo la stampa è «la risposta nigeriana a Sean Dyche», conosce un tizio, nello stato di Anambra, a quanto pare soprannominato Mourinho, che non smette di raccomandargli un ragazzo che potrebbe inserirsi molto bene nella squadra. Viene invitato, segna una tripletta in allenamento, quindi una doppietta in partita. Inizia così la scalata al successo di Chukwubuikem (“Dio è la mia forza”) Ikwuemesi, che dalla Olive Charles Academy passa al Giant Brillars, da cui finisce in prestito al Vorwärts Steyr, seconda divisione austriaca, quindi agli sloveni del Krsko, seconda serie slovena, e finalmente al Celje, con cui finisce secondo nella Prva Liga segnando pure qualche gol.
Secondo l’autore di questo video, Ikwuemesi «is A MONSTER», ma forse ha un po’ esagerato
Il campionato sloveno è un posto strano e al giocatore si interessano, contemporaneamente, il Milan, il Riga FC, il Genoa, il Cagliari e il Le Havre, ma è la Salernitana a concludere il trasferimento record della storia del Celje: a fare da intermediario una vecchia conoscenza del calcio italiano, Stephen Makinwa, abituato a spostare calciatori nigeriani in Slovenia, avendo lui stesso concluso la carriera al Gorica. Dice che «per chi gioca al fantacalcio, se vuole un giocatore che costa poco, può essere una bella sorpresa».
Jordan Zemura – Udinese
È sempre una festa quando una nuova nazionalità si affaccia in Serie A. Quest’anno tocca allo Zimbabwe grazie a Jordan Bhekithemba (“custodisci la speranza”) Zemura. Nato a Londra, cresciuto sull’isola di Sheppey, al largo della costa del Kent, si appassiona al calcio proprio nel paese africano, dove vive per due anni, ancora bambino, e in compagnia dei cugini, su un van, osserva gli zii giocare. Nipote di Lilian Zemura, passata dal Comitato Centrale e dal Politburo dello Zanu-PF e oggi parlamentare del partito al potere dal 1980, Jordan passa otto anni nel settore giovanile del Charlton e va molto bene a scuola in inglese e storia.a vent’anni però, senza più contratto, inizia a montare finestre per l’azienda di un amico di famiglia.
È il Bournemouth, dopo un periodo di prova, a concedergli la possibilità di diventare professionista: nel 2020, nel giro di due mesi, debutta prima in Coppa di Lega e poi, con la maglia dei Guerrieri, nelle qualificazioni alla Coppa d’Africa. Arriva fino alla Premier League e Federico Balzaretti, che avendo giocato nello stesso ruolo di terzino sinistro dovrebbe capirne, lo sceglie per il dopo-Udogie.
Benoit Costil – Salernitana
La génération 1987 francese non se la passa troppo bene: Ménez è infortunato, Benzema in Arabia Saudita, Ben Arfa senza contratto, Nasri e Constant ritirati da tempo. Resta il portiere di quella squadra capace di battere i pari età della Spagna agli europei under 17 del 2004, Benoît Costil, rispolverato dalla Salernitana come vice-Ochoa e per la Coppa Italia. Capitano del Bordeaux allenato da Paulo Sousa, il normanno spicca tra i secondi portieri del nostro campionato: sosia e amico di Olivier Giroud, ha un centro sportivo a lui intitolato a Rots, dove è cresciuto dall’età di sei mesi, e ha collezionato, senza scendere in campo, un secondo posto a Euro 2016 e una vittoria in Nations League come terzo portiere della Francia.
Sulla maglia ha scelto di portare il 56, numero del dipartimento bretone di Morbihan, perché ama molto la zona. Bonus per non essersi inventato un tifo per la Salernitana fin da piccolo, riuscendo comunque a trovare un collegamento con la sua nuova squadra: come ha ricordato alla presentazione, Costil ha infatti già giocato allo stadio Arechi vent’anni fa. Era il giugno del 2003 e, in occasione del Mundialito organizzato dalla Scuola Calcio Primavera, la Francia Under 16 sfidava un’Italia con Consigli, De Silvestri, Giovinco, Lupoli e Giuseppe Rossi.