Pochi calciatori possono fare il gol che ha fatto Berardi

La rete segnata in Inter-Sassuolo è il nostro momento preferito della sesta giornata di Serie A.

Gli appassionati di calcio più ironici e pungenti staranno sicuramente pensando: ecco, questo è il momento della stagione in cui Berardi fa dieci gol, alcuni dei quali bellissimi, poi va di nuovo in letargo. C’è un fondo di verità dietro questo tipo di affermazioni, in fondo stiamo parlando di un talento enorme ma anche intermittente – e il fatto che sia rimasto a Sassuolo è un po’ un indizio, in questo senso. Il punto, però, è che Mimmo Berardi, quando è ispirato, è un calciatore in grado di regalare momenti di una bellezza accecante. Chiedere all’Inter e a Yann Sommer, per le ultime notizie in merito.

Tutto comincia con la solita azione avvolgente e sofisticata del Sassuolo, tre tocchi di prima e una sovrapposizione interno-esterno permettono di ribaltare il campo e di creare un due contro due: Berardi e Toljan contro Dimarco e Cahlanoglu. Il movimento di Toljan crea lo spazio giusto perché Berardi possa convergere sul suo piede forte, come piace a lui. La bontà della manovra del Sassuolo – ma anche la difesa bassa dell’Inter ha le sue colpe – apre diversi scenari a Berardi: potrebbe appoggiare la palla a Castillejo, potrebbe aprire di nuovo verso Toljan, in area ci sono tre giocatori (Matheus Henrique, Pinamonti, Laurienté) da servire eventualmente con un cross. E invece Berardi sente l’odore del sangue: il duello è con Cahlanoglu ed è evidentemente sbilanciato, Berardi è più rapido, più veloce, più guizzante, i telecronisti amano dire che ha un passo diverso e in fondo è proprio così.

Il dribbling è secco, anche perché Berardi fa uno di quei tocchi che aprono la visuale del campo e insieme spezzano il ritmo di chi gli sta di fronte. E infatti Calhanoglu non lo tiene, non riesce ad accorciare e a chiudere in tempo, l’unica cosa che può tentare è di allungare la gamba per deviare il tiro, solo che nel frattempo il pallone è già partito, quindi è già troppo tardi. La coordinazione di Berardi è perfetta: il busto inarcato ma non troppo. il peso del corpo perfettamente bilanciato sulla gamba destra; l’impatto piede-pallone è fortissimo, al punto che il numero 10 del Sassuolo è costretto a un rinculo col saltello, in quel tiro c’è davvero tutta la forza che poteva metterci. Il punto è proprio questo: nonostante la conclusione nasca come tiro di potenza, risulta anche precisa. Anzi: imprendibile. La palla gira poco su se stessa ed è inevitabilmente velocissima, eppure prende una traiettoria arcuata, gira verso il secondo palo, e stavolta non è un’iperbole: si infila all’angolino dopo aver sfiorato la faccia interna del legno. A Sommer sembra mancare il terreno sotto i piedi, il portiere dell’Inter non tenta nemmeno il tuffo, e in effetti sarebbe solo un tuffo perso, visto dove si infila il pallone.

L’esultanza e il sorriso di Berardi sono la miglior didascalia/commento possibile a questo gol

Ora sarà anche vero che Berardi è in uno dei suoi momenti buoni, così come è vero che questo momento è destinato a finire o comunque potrebbe finire tra una settimana, tra un mese o tra tre mesi: è la sua storia a dirlo. Allo stesso tempo, però, va anche detto che Mimmo Berardi è tra i pochi calciatori – in Italia, e non solo – in grado di realizzare un gol del genere. E non una sola volta, ma tante volte. Anche questo lo dice la sua storia, basta andare su YouTube e cercare le sue goals and skills compilation – in fondo il materiale c’è: dopo Inter-Sassuolo 1-2, siamo a 137 gol e 92 assist in 356 gare ufficiali col Sassuolo. Il fatto che li abbia realizzati in una squadra non d’élite conta poco: quando è ispirato, Mimmo Berardi può essere decisivo e regalare momenti di bellezza accecante a qualsiasi livello. In qualsiasi contesto. E anche questo non è proprio da tutti, anzi è una prerogativa dei campioni.