Lo squash sarà alle Olimpiadi a partire dal 2028

Una nuova disciplina per l'edizione di Los Angeles. Anzi, due: anche il flag football è entrato nel programma dei Giochi estivi.

Gli appassionati di squash possono stappare le bottiglie che tenevano in fresco da molti anni: dai 2028, vale a dire dall’edizione che si terrà a Los Angeles, il loro sport preferito sarà alle Olimpiadi estive. Il programma, secondo quanto comunicato ufficialmente dal CIO, prevedrà due gare: singolare maschile e singolare femminile. Ovviamente nei prossimi anni potrebbero esserci delle integrazioni e/o degli aggiornamenti, ma in ogni caso il grande passo è stato fatto: come ha spiegato Zena Wooldridge, presidente della Federazione Mondiale di Squash (WSF), «siamo in una era: noi dirigenti e i giocatori siamo davvero entusiasti di entrare a far parte della grande famiglia olimpica. Lo squash è uno sport sorprendentemente dinamico, vario e spettacolare, e in virtù di tutto questo si adatta perfettamente al programma dei Giochi».

Lo squash era entrato a far parte del programma dei World Games – la manifestazione patrocinata dal CIO per discipline non ancora olimpiche, ma che aspirano a diventarlo – una prima volta nel 1997, per poi essere confermato in maniera definitiva a partire dal 2005. Insieme allo squash, anche il flag football è stato inserito per la prima volta nell’elenco degli sport olimpici, sempre a partire dal 2028; a Los Angeles, poi, torneranno a disputarsi anche i tornei di cricket, baseball, softball e lacrosse, che già in passato sono stati sport olimpici. Secondo quanto riportato da Forbes, la richiesta per l’introduzione di queste discipline ai Giochi estivi è stat inoltrata dal comitato organizzatore, coadiuvato dalle Federazioni americane di questi sport.

Amanda Sobhy, giocatrice numero uno negli Usa e numero cinque a livello mondiale, ha detto che «competere alle Olimpiadi è tutto ciò che puoi sempre sognare, quando sei un atleta. Poter dire che sei stato un olimpionico, anche senza portare a casa una medaglia è qualcosa che nessuno potrà mai portarti via. E poi c’è anche una questione geografica: noi americani avremo la possibilità di partecipare ai Giochi davanti ad amici e familiari, il nostro pubblico potrà sostenerci da vicino, sarà un’emozione indescrivibile».