Il Governo Meloni ha annunciato ufficialmente l’approvazione della legge finanziaria. E nella bozza circolata ieri, c’era una notizia piuttosto negativa per i club di Serie A: la perdita dei benefici legati al Decreto Crescita, per altro con carattere retroattivo. Nelle ultime sessioni di calciomercato ne abbiamo sentito parlare spesso, ma non tutti sapevano di cosa si tratta: in pratica, all’interno del decreto legge pubblicato il il 30 aprile del 2019, allora era in carica il Governo Conte I, erano state varate delle misure finalizzate all’incremento ed alla crescita degli investimenti nel nostro Paese. Per il calcio e lo sport, in particolare, era stato creato una sorta di boost per gli investimenti sul mercato estero: gli atleti che accettavano di trasferirsi in Italia, e che avevano residenza in un Paese straniero, avevano un regime fiscale agevolato, con una riduzione della tassazione fino a una quota prossima al 50%.
Ecco, proprio questo aspetto potrebbe non esistere più. Secondo le ricostruzioni delle ultime ore, infatti, è stato stabilito che la bozza della manovra prevede «un nuovo regime agevolato per i lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia per un massimo di cinque anni. L’agevolazione consiste in una riduzione della tassazione del 50%, per un reddito fino a 600mila euro. Il requisito è che abbiano una elevata qualificazione o specializzazione e che non siano stati residenti in Italia negli ultimi tre anni. In più, chi torna e usa lo sconto ma poi non mantiene la residenza fiscale in Italia per cinque anni dovrà restituire le agevolazioni, pagando anche gli interessi». Allo stesso tempo, però, nel testo c’è anche scritto che «restano invariate le disposizioni per i ricercatori, ricercatori universitari e lavoratori dello sport già previste»
Insomma, non è chiaro se i calciatori siano stati esclusi dal regime agevolato in vigore fino a oggi. Nel caso fosse effettivamente così, molti club dovrebbero rinunciare a dei benefici su cui avevano fondato le proprie strategie. I vantaggi, infatti, sarebbero dovuti scattare per i contratti stipulati quest’estate con calciatori provenienti da società straniere, però a partire dal primo gennaio del 2024. L’effetto domino, a questo punto, sarebbe facile da individuare: tutti i nuovi acquisti dall’estero formalizzati nell’ultima finestra trasferimenti – la Juventus ha comprato Weah, l’Inter ha comprato Pavard e Thuram, il Milan ha comprato Loftus-Cheek e Reijnders e Pulisic, il Napoli ha comprato Cajuste, Lindstrom e Natan – non godrebbero degli sgravi presenti al momento della firma. Di conseguenza, l’impatto dei loro ingaggi a bilancio sarebbe più alto rispetto a quanto preventivato qualche mese fa. I club, insomma, dovrebbero rivedere le proprie strategie economiche. Ed è un discorso che dal mercato interno, quello che riguarda la gestione dei contratti e dei limiti salariali, arriverebbe a influenzare anche quello esterno: dalla sessione invernale del 2024, i club di Serie A farebbero più fatica a offrire degli ingaggi importanti per giocatori provenienti dall’estero.
L’altra faccia della medaglia, naturalmente, riguarderebbe i calciatori italiani. Nelle ultime stagioni, infatti, erano state registrate delle lamentele in merito agli effetti del Decreto Crescita sulle tendenze di mercato in Serie A: il regime fiscale agevolato, è facile intuirlo, aveva reso più conveniente – cioè meno oneroso – concludere degli affari sul mercato estero. Nel caso in cui il Decreto Crescita venisse effettivamente cancellato per i lavoratori dello sport provenienti da altri Paesi, la situazione verrebbe in qualche modo riequilibrata: da gennaio prossimo potrebbero/dovrebbero esserci più movimenti interni rispetto agli ultimi anni. Certo, tutto è ancora sospeso, visto che manca una definizione precisa della situazione. Non a caso, viene da dire, Sky Sport ha riportato che la Lega Serie A non sapeva dell’abrogazione del Decreto Crescita nella bozza della manovra, e che ci sarà un incontro tra le parti per discuterne insieme. Da questo incontro dipenderà molto del futuro del calciomercato, quindi del nostro campionato.