È in corso l’ennesimo scontro tra la politica francese e Karim Benzema

L'attuale Pallone d'Oro è stato accusato di avere dei legami con Fratelli Musulmani, un'oscura organizzazione islamista. E non solo.

Il rapporto di Karim Benzema con la Francia, intesa come Nazionale ma anche come nazione, è sempre stato complesso. Basti pensare che stiamo parlando di un centravanti incredibile, tra i più forti in assoluto della sua generazione, che però ha saltato gli Europei 2016 e i Mondiali 2018, per altro vinti dai Bleus: il ct Deschamps decise di escluderlo, e l’avrebbe riconvocato soltanto nel 2021, in seguito allo scandalo sextape in cui venne accusato di aver ricattato Mathieu Valbuena, suo compagno di squadra. Come detto, il ritorno di Benzema tra i convocati è avvenuto un po’ di anni dopo, alla vigilia di Euro 2020, ma anche prima e dopo ci sono state delle polemiche intorno al suo comportamento in Nazionale: l’attuale Pallone d’Oro in carica, per dire, ha sempre rifiutato di cantare l’inno prima delle gare. Il motivo l’ha spiegato lui stesso a Vanity Fair in un’intervista del 2018: «La Marsigliese inneggia alla guerra e a me questa cosa non piace, quindi non la canto».

Negli ultimi giorni, la situazione è peggiorata ancora, se possibile: il ministro degli Interni macroniano Gérald Darmanin, in un’intervista televisiva, ha detto che «Karim Benzema è un atleta che ha un pubblico vasto, a cui mostra di avere un legame noto con i Fratelli Musulmani». Fratelli Musulmani, l’organizzazione citata da Darmanin, è una cellula islamista internazionale fondata nel 1928, e che oggi infiltra i tessuti sociali e politici di diversi Paesi a maggioranza islamica. Alcune nazioni la considerano ufficialmente come un’organizzazione terroristica, altre invece la sostengono: secondo diversi media internazionali, Turchia e Qatar appoggiano e finanziano la lotta – armata e non – dei Fratelli Musulmani.

Ma su quali basi Darmanin avrebbe collegato Benzema a questa organizzazione? Tutto parte dal fatto che l’attaccante dell’Al-Ittihad è notoriamente musulmano. Poi ci sono gli ultimi post pubblicati sui suoi canali social: nel tweet che vedete sotto, Benzema pregava e chiedeva di pregare per «tutti gli abitanti di Gaza, ancora una volta vittime di bombardamenti che non risparmiano né donne né bambini». Sul suo profilo Instagram, invece, l’ex centravanti del Real Madrid non ha pubblicato nulla che possa richiamare l’escalation tra Israele e Gaza, ma ogni suo post è pieno di commenti con bandiere palestinesi.  Il gabinetto del ministro degli Interni, interpellato da Le Parisien, avrebbe sottolineato anche che «da diversi anni notiamo una lenta deriva delle posizioni di Karim Benzema verso un Islam duro e rigorista: si è fatto scattare una foto accanto al’influente imam di Meaux ,Nourdine Mamoune, la cui abitazione è stata perquisita nel 2020 nell’ambito delle indagini sull’assassinio di Samuel Paty. Inoltre, Benzema condivide molte foto di Khabib Nurmagedov, fighter MMA che in passato ha criticato duramente il presidente Macron».

Benzema, ovviamente, ha respinto subito ogni accusa di vicinanza con Fratelli Musulmani. L’ha fatto attraverso la voce del suo legale, Hugues Vigier: secondo quanto riportato da Le Parisien, l’avvocato Vigier avrebbe detto che «tutto quello che dicono di Karim è assolutamente falso. Non a caso ha deciso di giocare e vivere in un Paese che riconosce i Fratelli Musulmani come dei terroristi». Parla ovviamente dell’Arabia Saudita, nazione in cui Benzema si è trasferito qualche mese fa dopo quattordici stagioni a Madrid: la famiglia reale di Riyad ha inserito i Fratelli Musulmani nell’elenco delle organizzazioni terroristiche. Inoltre, Vigier ha annunciato che «con Karim stiamo valutando dei procedimenti legali nei confronti del ministro Darmanin, applicando proprio quella legge sulla manipolazione dell’informazione a cui il nostro governo tiene tanto. E non solo: valutiamo anche di citarlo per diffamazione o addirittura insulto pubblico: questo legame inesistente con i Fratelli Musulmani, che lui dice essere notorio, è ovviamente presentato come dispregiativo».

Non è tutto: attraverso le parole del suo avvocato, Benzema si è detto pronto a querelare per diffamazione anche la parlamentare europea Nadine Morano, la senatrice Valérie Boyer e il creativo pubblicitario Frank Tapiro. Morano avrebbe detto, in un’intervista a Europe 1, che l’attaccante francese «è un elemento della propaganda di Hamas»; Boyer avrebbe invitato France Football a «togliergli il Pallone d’Oro» e poi vorrebbe che «a Benzema venga tolta la nazionalità francese» nel momento in cui verranno accertati i suoi legami con i Fratelli Musulmani; Tapiro, infine, l’avrebbe definito «un complice del terrorismo islamico». Insomma, Benzema è finito sotto il fuoco incrociato della politica. Secondo il suo legale, «tutto questo non sarebbe mai successo se Karim fosse stato un francese con genitori francesi». In ogni caso, viene da dire, sembra inevitabile che Benzema debba avere un rapporto turbolento con le istituzioni. Anche quando sono gli altri a tirarlo in mezzo, come in questo caso.