La Serie B è una gavetta fondamentale

L'albo d'oro del premio come Miglior Giovane della Serie B, nell'ambito del Gran Galà del Calcio AIC, è ricco di grandi nomi. E anche i candidati del 2023 promettono piuttosto bene.

Per trovare giovani promettenti, ai giocatori di Football Manager poco fantasiosi, o magari solo un po’ pigri, basta assegnare un osservatore alla Serie B in pianta stabile e lasciarlo lavorare. È una mossa semplice, poco dispendiosa e quasi sempre azzeccata, visto che ogni anno in quel campionato trovano spazio tanti giovani pronti a fare il salto e a imporsi, magari non subito, anche in Serie A. Questo è il gioco, e poi c’è la realtà. E nella realtà il nostro calcio fa un po’ di fatica a riproporre lo stesso schema, a fidarsi dei ragazzi che arrivano dal basso. E invece le società dovrebbero seguire l’esempio dei manager virtuali, perché la Serie B è davvero una miniera di talento. Per tanti motivi. Intanto, tanti club di Serie B non hanno grandi risorse economiche, quindi sono quasi costretti a costruirsi i giocatori in casa, non potendoli pescare sul mercato. E poi c’è il tema della pressione: per quanto in Serie B esista ovviamente l’obbligo di fare risultato a tutti i costi, non siamo certo ai livelli della Serie A, così agli allenatori viene dato maggior margine per osare, per lanciare ragazzi giovani. Infine, siccome ancora pochissimi club di Serie A hanno deciso di investire sulle seconde squadre, la via più veloce e più semplice perché i giocatori possano sperimentare un contesto professionistico consiste nel prestarli a una squadra di categoria inferiore. E la Serie B, ovviamente, è l’ambiente migliore in cui accumulare esperienza.

Considerata questa combinazione di fattori, non stupisce che, dei 29 convocati da Spalletti per le recenti partite contro la Macedonia del Nord e l’Ucraina, solamente in cinque non abbiano mai giocato almeno una stagione in Serie B: si tratta di Donnarumma, Cristante, Chiesa, Kean e Raspadori. Non sorprende nemmeno che tre di questi giocatori abbiano vinto, in passato, il premio come Miglior Giovane della Serie B al Gran Galà del Calcio AIC: Stephan El Shaarawy nel 2011, Domenico Berardi nel 2013, e Federico Gatti un anno fa. A questo elenco possiamo aggiungere Ciro Immobile (premio condiviso con Insigne e Verratti nel 2012), Daniele Rugani (2014), Sandro Tonali (2018 e 2019) e Samuele Ricci (2021), tutti calciatori nel giro della Nazionale di Spalletti.

Insomma, fin da quando viene assegnato, ovvero dalla stagione 2010/11, il premio al Miglior Giovane della Serie B è stato quasi sempre un trampolino di lancio per carriere di ottimo livello. Per questo c’è una certa curiosità di sapere chi si porterà a casa il riconoscimento all’edizione 2023 del Gran Galà. I candidati sono Elia Caprile, Giovanni Fabbian e Stefano Turati, e il vincitore sarà svelato lunedì 4 dicembre durante il Gran Galà del Calcio AIC 2023. Tra l’altro, tutti i premi assegnati durante il Gran Galà sono votati dagli addetti ai lavori, e si tratta di una definizione più che mai valida: si tratta dei 500 e passa calciatori di Serie A, degli allenatori di Serie A, degli arbitri e pure dei campioni del mondo del 2006. 

Questo premio non apre solo una finestra sul futuro, ma ci dà delle indicazioni chiare sul presente. Due candidati su tre sono dei portieri, ed è una notizia: racconta il momento di enorme crescita, se non proprio di splendore, della scuola italiana dei portieri. Turati e Caprile sperano di aggiungersi presto ai vari Vicario, Provedel, Meret, Carnesecchi, Di Gregorio, Falcone e agli altri che sognano, in qualche modo, di insidiare la titolarità di Gigio Donnarumma in Nazionale. Caprile è stato uno degli artefici della corsa per la promozione del Bari, che si è fermata solo a causa del gol di Pavoletti, arrivato al minuto 94′ della finale playoff; classe 2001, portiere dallo stile moderno, dopo le giovanili del Chievo si è trasferito in Inghilterra, al Leeds United. Nonostante diverse convocazioni nella prima squadra di Bielsa, per esordire tra i professionisti è dovuto tornare in Italia, nella Pro Patria. Con una buona stagione in Serie C si è guadagnato la chiamata del Bari e, dopo un solo campionato di Serie B, ha attirato l’attenzione del Napoli – che lo ha acquistato in estate, prima di cederlo in prestito all’Empoli. Ecco, la storia di Caprile dimostra quante potenzialità inespresse ci sono nei campionati minori, in particolare in Serie B.

Un po’ di parate assurde di Elia Caprile

Anche Turati è un 2001, ma di lui sentiamo parlare da almeno cinque o sei anni. Ha esordito in Serie A giovanissimo, in una partita tra Juventus-Sassuolo del dicembre 2019. La gara finì 2-2, Turati divenne il primo portiere nato dopo il 2000 a giocare in Serie A e si guadagnò i complimenti di Gigi Buffon, suo avversario quel giorno. Lo scorso anno ha totalizzato 20 clean sheet in 37 partite giocate con il Frosinone, contribuendo così alla vittoria del campionato e alla promozione della squadra di Fabio Grosso. Dopo essersi guadagnato sul campo la Serie A, si sta dimostrando all’altezza della categoria: in questa stagione è terzo per parate totali (44, due in meno di Di Gregorio e una in meno di Montipò), alcune tanto spettacolari quanto decisive, come quella nei minuti di recupero di Frosinone-Sassuolo.

Fabbian è l’unico giocatore di movimento candidato a vincere il premio. Ha 20 anni e, nell’ultima gara contro il Torino, ha segnato il suo secondo gol in Serie A, nonostante abbia giocato soltanto 98 minuti con il Bologna. È una mezzala molto verticale, bravissimo negli inserimenti lunghi – e infatti lo scorso anno con la Reggina ha chiuso la stagione con otto reti in 36 partite. Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, si pensava che i nerazzurri volessero puntare su di lui, magari girandolo per un’altra stagione in prestito, ma alla fine Fabbian è stato ceduto a titolo definitivo al Bologna – per cinque milioni di euro. In ogni caso, a scanso di equivoci, l’Inter ha mantenuto comunque un diritto di recompra fissato a 12 milioni. Forse non è una cattiva idea: 

Niente male davvero

Ancora non sappiamo se Caprile, Turati e Fabbian avranno carriere scintillanti, sono troppi i fattori che influenzano il percorso di un calciatore. Però la Serie B si conferma un ottimo laboratorio in cui coltivare il talento. Attualmente in testa al campionato ci sono appaiate Venezia e Parma, tra le squadre più giovani per età media delle formazioni schierate (25,3 anni, di più solo di Spezia e Sampdoria): un’altra dimostrazione del fatto che puntare sui giovani, in Serie B, sia una scelta non solo lungimirante, ma anche vincente. Magari si convincono anche i club di Serie A.