E intanto Frank de Boer continua a essere esonerato in tutto il mondo

Per il tecnico olandese è arrivato il quinto licenziamento consecutivo, in tre continenti diversi.

È durata poco, tredici partite appena, l’ultima avventura di Frank de Boer, allenatore olandese con un passato in Serie A (Inter) e in Premier League (al Crystal Palace). L’esonero dell’Al-Jazira, club di Abu Dhabi iscritto alla UAE Pro League, la lega degli Emirati Arabi Uniti, è arrivato dopo un avvio di stagione complicato: l’Al-Jazira ha iniziato la sua stagione con quattro vittorie, due pareggi e quattro sconfitte in dieci partite di campionato. De Boer era arrivato a giugno scorso, erede di una lunghissima tradizione di tecnici dei Paesi Bassi: dal 2015 a oggi, infatti, l’Al-Jazira è stato allenato da Ten Cate, Henk ten Cate, Marcel Keizer (in due periodi diversi), Damiën Hertog e Jurgen Streppel; in passato, invece, ad Abu Dhabi hanno lavorato anche Walter Zenga e il belga Eric Gerets.

Ma torniamo a Frank de Boer. L’esonero, per l’ex tecnico dell’Inter, è diventato una triste consuetudine: proprio il passaggio in nerazzurro, nell’ormai lontano 2016/17, ha avviato una serie di licenziamenti piuttosto duri, arrivati quasi tutti poco dopo il suo arrivo. A Milano, ricorderete, De Boer è stato sollevato dall’incarico a causa di un avvio a dir poco balbettante: cinque vittorie, due pareggi e addirittura sette sconfitte in 14 partite, con l’apice negativo, si può dire, toccato in occasione della gara casalinga di Europa League persa contro l’Hapoel Be’er Sheva (0-2). Al suo posto, il club nerazzurro prese Stefano Pioli.

Da lì in poi, De Boer non si è più fermato. Ma in senso negativo. L’incarico successivo, al Crystal Palace, durò ancora meno: cinque gare di Premier, con una vittoria e quattro sconfitte. Poi, ecco l’esperienza più lunga: un anno e mezzo negli Stati Uniti, all’Atlanta United, con due trofei conquistati – la Open Cup e la Campeones Cup – grazie a uno score di 22 vittorie, quattro pareggi e 16 sconfitte in 42 partite complessive. Alla fine, però, non è che le cose siano andate benissimo: quando De Boer è arrivato in Georgia, l’Atlanta United era campione in carica della MLS; un anno dopo riuscì ad arrivare alla finale di Conference, persa contro Toronto; infine, nel 2020, Atlanta ha perso le prime tre gare del MLS is Back Tournament, la competizione organizzata in regime di Covid-19, e così l’allenatore olandese e il club hanno deciso di interrompere il loro rapporto.

Siamo più o meno ai giorni nostri: De Boer, pochi mesi dopo, è stato chiamato dalla Federcalcio dei Paesi Bassi per sostituire il commissario tecnico Ronald Koeman, che nel frattempo era stato sedotto dal Barcellona. Risultati? Qualificazione agli Europei raggiunta, ma poi nella fase finale gli Oranje sono stati eliminati praticamente subito e in modo inatteso, 0-2 agli ottavi contro la Repubblica Ceca. A quel punto, il quarto esonero consecutivo era inevitabile. A giugno scorso, come detto, De Boer ci ha riprovato negli Emirati Arabi Uniti, nel terzo continente diverso. Anche lì è andata piuttosto male, ed è incredibile pensare che sette anni fa, cioè prima dell’arrivo all’Inter, si parlava di lui come un allenatore destinato a una grande carriera. Il suo inizio all’Ajax, del resto, era stato folgorante: tra il 2010 e il 2016 ha vinto quattro edizioni dell’Eredivisie, ma soprattutto ha lanciato tantissimi talenti nel grande calcio europeo. Ecco, quel tempo è finito da un po’. E sembra impossibile che possa tornare.