Quando Ivan Toney ha fatto gol su punizione durante Brentford-Nottingham Forest, lo speaker del Brentford Community Stadium ha detto che «ha segnato Toney, of course». Il senso di questa frase va ricercato alla tormentata storia recente dell’attaccante inglese, alla sua assenza di otto mesi causa squalifica, alla condanna espiata per aver violato il regolamento sul gioco d’azzardo. Toney, che ha chiuso la Premier League 2022/23 con 20 reti in 33 presenze, non giocava una partita ufficiale dal 6 maggio scorso. È rientrato solo adesso, e ci ha messo pochissimo a dimostrare quanto fosse pesante la sua mancanza, per il Brentford: la sua squadra era sotto per via della rete di Danilo, realizzata dopo pochi minuti di gioco, e ci ha pensato lui a rimettere le cose a posto. Con una punizione velenosa, e quest’aggettivo è valido in tutte le accezioni possibili: la palla era sulla linea dell’area di rigore, però tutta spostata sulla destra; appena prima di tirare, Toney l’ha spostata ancora verso destra, non una ma due volte, in modo da crearsi ulteriore spazio per un tiro contro-intuitivo, rasoterra, che potesse aggirare la barriera e infilarsi in rete. Ecco, è andata esattamente così: palla in buca d’angolo dopo essere sfilata a due dita dal palo.
Nuno Espírito Santo, manager del Forest, non ha preso bene il trucchetto illegale usato da Toney. Che, non contento, nelle interviste postpartita (la gara è terminata 3-2 in favore del Brentford) ha anche rilasciato una dichiarazione piuttosto discutibile, cioè ha detto che «la palla, sulle punizioni, si può spostare, a patto che non si vada oltre un metro», e ovviamente non è così. La verità è che la punizione andava ripetuta, ma ciò non toglie che il portiere del Nottingham Forest – Turner – abbia posizionato male la sua barriera. Non solo perché alla fine ha coperto malissimo il suo palo, ma anche perché diversi giocatori erano girati verso di lui, cioè verso il portiere, e quindi non si sono accorti del fatto che Toney avesse spostato il pallone rispetto al punto originario di battuta. Punto da cui l’estremo difensore parte, ovviamente, per posizionare la barriera. La punizione di Toney è riuscita anche a rendere inutile – e quindi ridicolo – l’utilizzo del coccodrillo, vale a dire del giocatore di movimento steso a terra per evitare che la palla passi sotto gli uomini della barriera. Toney, col suo tiro, ha aggirato facilmente anche Danilo, inutilmente spiaggiato dietro i suoi compagni di squadra.
È tutto in questa sequenza
Questo ritorno di Toney ha fatto discutere molto. Per tutto quello che vi abbiamo raccontato finora, naturalmente per le cose che sono accadute negli ultimi mesi. E poi anche perché lo stesso Toney non si è risparmiato un’uscita abbastanza inattesa: pochi giorni fa, intervistato da Sky Sports in vista del suo ritorno in campo, ha detto che il suo desiderio è «diventare il migliore in Inghilterra, e per farlo devo per forza affrontare i migliori, e quindi trasferirmi in un top club». Il bello è che in un’altra intervista a Sky Sports, non molti giorni prima, Toney aveva detto di voler ripagare il Brentford, «un club che mi è stato vicino fin dall’inizio della mia disavventura».
Dopo il gol, Toney ha esultato mostrando una maglia con dedica (“For You, Uncle Brian”) e ha indicato se stesso e il terreno di gioco, come a dire sono tornato qui, sono di nuovo al mio posto. In effetti il Brentford aveva bisogno di nuovi impulsi. O meglio: del suo centravanti-totem. A dirlo sono i numeri: quando Toney è stato squalificato, il Brentford aveva 25 punti di vantaggio sulla zona retrocessione, mentre oggi sta lottando per la salvezza. Jonathan Wilson, sul Guardian, ha scritto che «Toney vuol dire soltanto gol: parliamo di un attaccante che tiene bene la palla, abile nell’usare il corpo quando combatte con i difensori prima di servire i compagni. Anche il gol che ha deciso la gara è nato da una sua giocata. Insomma, Toney è tornato. E con lui anche il Brentford di un tempo». Ora sarà interessante capire come andrà a finire questa stagione, che margine c’è per lui al Brentford e se davvero convincerà qualche top club a investire su di lui, nonostante tutto quello che è successo. A 28 anni da compiere, tra poco meno di due mesi, forse non è ancora troppo tardi.