Il cammino dell’Arabia Saudita di Roberto Mancini in Coppa d’Asia si è interrotto agli ottavi di finale, nel modo più crudele possibile. In vantaggio di un gol, l’Arabia è stata raggiunta dalla Corea del Sud al 99′, con la qualificazione ai quarti decisa ai calci di rigore: mentre i coreani hanno realizzato tutti i loro penalty, per i sauditi sono stati fatali gli errori dal dischetto di Al-Najei e Ghareeb. Proprio durante i calci di rigore, Mancini ha lasciato il campo, perdendosi di fatto il penalty decisivo che ha consegnato la qualificazione alla Corea del Sud.
Un gesto dettato certamente dalla frustrazione legata all’aver perso una partita che sembrava ormai vinta, ma lo stesso Mancini, a fine partita, se ne è dovuto scusare: «Chiedo scusa per essermi allontanato prima dal campo, pensavo che ormai era finita. Non volevo mancare di rispetto a nessuno. Voglio ringraziare tutti i miei giocatori per quello che hanno fatto, sono migliorati tantissimo».
Per Mancini, però, le cose potrebbero non chiudersi dopo le scuse presentate in conferenza stampa. Il numero uno della Federcalcio saudita Yasser Al-Misehal non ha gradito l’uscita anticipata di Mancini dal campo: «È stato completamente inaccettabile, discuteremo con lui perché questo sia successo. Ha il diritto di spiegare il proprio punto di vista e in seguito decideremo quali azioni adottare».
Al tempo stesso, Al-Misehal ha valutato positivamente le performance della sua Nazionale in Coppa d’Asia, che però non ha migliorato gli ottavi di finale del 2019. «A livello tecnico, siamo soddisfatti di quello che la squadra ha fatto in questo torneo. Non ci precipiteremo in decisioni affrettate», ha precisato il presidente della Federcalcio, lasciando intendere che la posizione di Mancini resterà salda. L’ex ct della Nazionale italiana ha un contratto con i sauditi fino al 2027, per uno stipendio che si aggira intorno ai 25 milioni di euro all’anno.