Nel calcio non ci sono più le bandiere di una volta (ma soltanto in Italia)

In altri Paesi, infatti, i campioni di fedeltà esistono ancora.

Uno dei luoghi comuni che sentiamo utilizzare più frequentemente, ovviamente quando si parla di calcio contemporaneo, riguarda le cosiddette bandiere: i Facchetti, i Mazzola, i Baresi, i Maldini, i Totti e i Del Piero di una volta non esistono più, la fedeltà a un solo club è un valore che si sta perdendo, eccetera eccetera. Ebbene: questo luogo comune ha un suo riscontro nella realtà. Ma è un problema essenzialmente italiano, nel senso che nel nostro campionato questi giocatori-bandiera sono decisamente più rari rispetto ad altri Paesi. A dimostrarlo è l’ultimo rapporto pubblicato dall’osservatorio calcistico CIES, che ha compilato un elenco dei giocatori che militano da più stagioni consecutive in una sola squadra. In questo elenco compaiono soltanto due giocatori di Serie A, curiosamente entrambi tesserati dallo stesso club: Domenico Berardi e Andrea Consigli, che giocano nel Sassuolo da 12 e dieci stagioni sportive, rispettivamente.

Al comando della classifica circoscritta alle cinque leghe top in Europa, l’avrete capito dalla foto in apertura, c’è Thomas Müller: l’attaccante del Bayern Monaco è alla 16esima annata consecutiva vissuta con il Bayern Monaco, la stessa identica quota di Tony Jantschke, difensore – e totem, si può dire – del Borussia Mönchengladbach. Il podio viene completato da tre calciatori della Liga giunti alla 15esima stagione con il loro club della vita: Koke dell’Atlético Madrid, Iker Muniain e Oscar de Marcos, entrambi dell’Athletic Club. In classifica ci sono anche diversi giocatori di Premier League (per esempio Coleman dell’Everton e Ward del Crystal Palace) e di Ligue 1 (per esempio Marquinhos del PSG e Lopes del Lione), ma come detto mancano quelli di Serie A. Esclusi i già citati Berardi e Consigli, ovviamente.

Cosa ne deduciamo? Forse il trend più semplice da intercettare, oltre a un mercato decisamente più ricco e più dinamico rispetto al passato, è quello che riguarda la subalternità dei nostri club, anche quelli più importanti, rispetto alle grandi squadre di altre leghe. Non a caso, viene da dire, prima abbiamo citato giocatori rimasti un’intera carriera all’Inter, al Milan, alla Juventus, alla Roma. Ecco, oggi immaginare un grande campione italiano che non vada a misurarsi in Premier sarebbe quantomeno azzardato. Poi, certo, pesano anche le congiunture temporali: Buffon e Chiellini, tanto per fare due nomi piuttosto pesanti, hanno lasciato la Juve negli ultimi anni dopo aver speso tante stagioni in bianconero. Esattamente come Mūller al Bayern.

Guardando fuori dalle cinque leghe top in Europa, il numero più impressionante è quello di Igor Akinfeev: il portiere russo è arrivato infatti alla 21esima stagione consecutiva al CSKA Mosca. Subito dietro di lui ci sono il difensore Rizvan Utsiev dell’Akhmat (Russia) e il portiere Ali Khaseif dell’Al-Jazira (UAE), entrambi arrivati a quota 19 annate con la stessa maglia. È chiaro che si tratta di giocatori un po’ meno riconoscibili su scala globale, e in fondo anche questo è un trend: di grandi bandiere in grandi club ce ne sono sempre di meno, qualcuno resiste ancora – si pensi a Modric e Kroos, entrambi in classifica – ma non in Italia. Non in Serie A.