La difesa dell’Inter sta riscrivendo i record del calcio italiano

Dodici gol subiti in campionato, abbuffata di clean sheet partita dopo partita: come l'Inter sta costruendo la sua stagione eccellente, a partire dalla difesa.

Stadio “Maradona” di Napoli, 21 maggio 2023. Il Napoli di Luciano Spalletti, macchina bellissima e perfetta, nonché già matematicamente campione d’Italia, ospita l’Inter di Simone Inzaghi. Al minuto 82, nonostante l’inferiorità numerica causa espulsione di Gagliardini, l’Inter riesce a rispondere al vantaggio firmato da Anguissa: Dimarco vince un rimpallo sulla sinistra, cross basso nel cuore dell’area e zampata di Lukaku in area piccola ad anticipare l’ex di serata Juan Jesus. Il tabellone luminoso del “Maradona” dice 1-1. La logica a quel punto imporrebbe di gestire il risultato e di accontentarsi del pareggio, invece dopo nemmeno 200 secondi Di Lorenzo viene pescato inspiegabilmente solo tra le linee, e con un sinistro a giro sotto all’incrocio riporta avanti gli Azzurri. Gaetano poco dopo siglerà il definitivo 3-1 e Inzaghi, durante le interviste di rito post partita, dirà: «C’è delusione. Dopo che riesci a pareggiare all’82° il 2 a 1 non ci sta. Una volta raggiunto il pari dovevamo portarla a casa, in inferiorità numerica sarebbe stato un punto importante». Dopo quella sconfitta – allarme spoiler – l’Inter riuscirà a vincere le ultime due di campionato e ad arrivare comunque tra le prime quattro.

Quella partita contro il Napoli, l’Inter di oggi non l’avrebbe mai persa. Perché la fase difensiva annata 2023/2024 è un qualcosa quasi senza precedenti. In questa stagione la porta di Sommer è stata molto spesso terra inesplorata per gli attaccanti avversari. Da agosto i nerazzurri sono scesi in campo per 35 partite, distribuite su quattro competizioni diverse – Serie A, coppa Italia, Supercoppa italiana e Champions League – subendo solo 19 reti. Nessuna squadra nei principali campionati europei ha un migliore rapporto reti incassate/partite disputate. Un altro dato che certifica il salto di qualità della difesa nerazzurra è il fatto che in stagione, su 34 incontri giocati appunto, Sommer non ha ancora raccolto un pallone dalla sua porta negli ultimi 15 minuti di gioco, cioè in quella fase della partita in cui c’è da blindare il risultato oppure da produrre il massimo sforzo. Una mentalità da grande squadra, se ce n’è una. A dare forza alla tesi iniziale lo dimostra anche il fatto che, se continuasse con questa media sia per quanto riguarda i gol fatti sia – soprattutto – per quelli subiti, l’Inter di quest’anno finirebbe la stagione ritoccando i record all time della Serie A a 20 squadre (annata 2004/2005) sia per quanto riguarda la differenza reti che per quanto riguarda i gol incassati in un singolo campionato.

L’evoluzione difensiva dei nerazzurri si spiega anche con un’evoluzione dell’uomo che ne è al comando. Nelle sue cinque annate sulla panchina della Lazio, Simone Inzaghi è stato considerato un allenatore di stampo spiccatamente offensivo, il cui dogma tattico si poteva tradurre semplicemente nel segnare un gol in più degli avversari. I vari Immobile, Luis Alberto e Milinkovic-Savic hanno giovato negli anni di questo approccio, diventando giocatori di caratura internazionale. Dalla stagione 16/17 alla stagione 20/21 infatti – l’ultima prima del suo trasloco a Milano – i biancocelesti hanno segnato in media 72 gol a campionato, subendone ben 49. Una cifra considerevole per una squadra con ambizioni di alta classifica, mai però in grado di lottare seriamente per il campionato.

Inzaghi, nel suo passaggio dalla Lazio all’Inter, ha saputo rendere il suo gioco, il suo approccio alle partite, più europeo, a tratti più sofisticato: in tre campionati da tecnico interista – ipotizzando che i numeri di quest’anno mantengano lo stesso trend dei primi sei mesi di stagione – i nerazzurri sono stati in grado di segnare in media 83 reti e di subirne solamente 31. Un miglioramento netto delle performance che certifica come ormai l’Inter sia di diritto tra i top club del continente. Una nuova consapevolezza raggiunta dopo quella famosa finale di Champions, come raccontato in una recente intervista da una leggenda dei “cugini” come Arrigo Sacchi: «Nonostante la sconfitta si sono resi conto di essere all’altezza delle grandi squadre come il City. Da lì sono migliorati costantemente: la difesa è sempre molto attenta, il centrocampo è tra i più forti d’Europa, i due attaccanti si completano alla perfezione: sono tutti meriti di Inzaghi».

Negli anni, Simone non ha mai abbandonato i suoi dogmi tattici, uno su tutti il suo 3-5-2, vero marchio di fabbrica dell’allenatore piacentino. La sensazione però è che, al netto di piccoli aggiustamenti tattici, non abbia mai avuto degli interpreti così cuciti su misura per esaltare i suoi schemi. Soprattutto per quanto riguarda il comparto difensivo, le cui istruzioni sono molto chiare: pressing forte, reparti stretti e due linee da 4 in fase di non possesso, con uno dei “quinti” che a turno si abbassa sulla linea dei centrali. Bastoni è maturato definitivamente, pur non rinunciando alle sue incursioni in attacco, candidandosi con forza a una maglia da titolare per i prossimi Europei. Dimarco si è confermato come uno dei migliori esterni di tutta Europa, eccellente in entrambe le fasi di gioco. De Vrij ha trovato la sua dimensione come “sesto uomo”, il jolly difensivo che risponde presente quando chiamato in causa. Darmian nei panni del “coltellino svizzero”, che a prescindere dalla collocazione in campo è sempre affidabile. Acerbi, arrivato come riserva, a 36 anni è diventato uno dei migliori centrali nell’uno contro uno che si siano visti negli ultimi anni.

Senza dimenticare i nuovi: Sommer, meno preciso di Onana con i piedi, si è dimostrato molto più affidabile e costante, regalando maggiore sicurezza al reparto mentre Pavard, oltre al palmarès da campione del mondo, si è adattato al 3-5-2 di Inzaghi meglio dell’ultimo, distratto Skriniar. La somma di questi fattori è la squadra meno battuta del continente. Qualcuno una volta disse che gli attacchi fanno vendere i biglietti, ma sono le difese che fanno vincere le partite. Nel dubbio, per non dover scegliere, basta vedere l’Inter 2023/2024.