Lloris ha detto di essere andato a giocare a Los Angeles perché è la città in cui è ambientato GTA

Ha spiegato che ci ha giocato talmente tanto che quando è arrivato in città gli sembrava di conoscerla già come il palmo della sua mano.

Ogni essere umano segue processi decisionali propri, spesso incomprensibili e irripetibili da qualsiasi altro essere umano. Per esempio: quante persone ci sono al mondo che decidono di trasferirsi in una città perché appassionatissimi di un videogioco ambientato in una versione fittizia di quella città? Probabilmente soltanto una ed è Hugo Lloris. Il portiere francese ha raccontato che nel momento in cui gli si è presentata l’opportunità di trasferirsi a Los Angeles, non ha avuto bisogno di riflettere nemmeno un secondo sulla decisione: «Ho giocato a GTA per così tante ore che mi sembrava di conoscere la città da tutta la vita. Quando sono arrivato qui sentivo di conoscere già tutti i luoghi emblematici della città senza averci mai vissuto». Siamo forse di fronte al primo caso nella storia della neurologia di déjà vu videoludicamente indotto? Bisognerebbe chiederlo al medico sportivo del Los Angeles FC, squadra in cui LLoris è andato a giocare dopo i dodici anni passati passati a difendere la porta del Tottenham.

La passione per la vita losangelina di LLoris è tale che pur di trasferirsi lì ha rifiutato offerte economicamente assai più stuzzicanti di quella del Los Angeles FC. Al momento, secondo L’Equipe, il portiere guadagnerebbe la “modesta” somma di 30 mila euro al mese: Bayer Leverkusen, Newcastle, Nizza e PSV gli avevano fatto tutte quante un’offerta superiore. Ma né Leverkusen né Newcastle né Nizza né Eindhoven compaiono in uno dei capitolo della saga di GTA. E quindi si capisce che Lloris avrebbe avuto assai più difficoltà ad ambientarsi in una qualunque di queste città che a Los Angeles. Viene dunque da chiedersi se questo non sarà l’inizio di una nuova tendenza nel mondo del calcio e dei videogiochi: per convincere i giocatori a venire a giocare per loro, forse i club dovrebbero cominciare a finanziare le software house e in cambio chiedere di inserire le loro città nelle ambientazioni dei videogiochi? Potrebbe essere un’interessante strategia di mercato.

LLoris, dal canto suo, ha precisato che non è stato soltanto GTA a fargli scegliere Los Angeles. Alla scelta hanno contribuito anche la sua passione per i film hollywoodiani e l’hip hop, per la musica di Dr. Dre in particolare. In più, il portiere ha aggiunto anche il miglioramento maggiore che il trasferimento a LA ha portato alla qualità della sua vita: «Qui non devo bardarmi con cappello e sciarpa come quando vado a Disneyland Paris, è tutto più pacifico. Al massimo mi capita di essere fermato da dieci persone che mi chiedono un selfie, in un giorno intero». Insomma, secondo Lloris il pregio fondamentale di Los Angeles è che a nessuno importa granché del calcio. E questo, per un calciatore, significa vivere bene. E avere più tempo ed energie per giocare a GTA di cui, a breve, uscirà il sesto capitolo. Siamo sicuri che LLoris è una delle migliaia di persone che sono rimaste ore su YouTube in attesa del primo trailer del nuovo gioco.