Perché il campionato turco è precipitato nel caos

Dopo aver "boicottato" la Supercoppa, il Fenerbahçe minaccia di fare lo stesso con la Süper Lig, e una soluzione entro la fine della stagione appare impossibile.

“La partita infinita”: è il titolo che i media hanno dato a quanto è successo durante la finale di Supercoppa di Turchia, giocata ieri sera tra le due grandi storiche del calcio turco, Galatasaray e Fenerbahçe. Un incontro atteso dalla stampa e dai tifosi fin dal 29 dicembre e conclusosi dopo meno di un minuto di gioco: Icardi infatti ha segnato l’ 1 a 0 per il Galatasaray dopo soli 49 secondi ma, nel momento in cui si è girato verso i compagni per esultare, i giocatori del “Fener” stavano abbandonando il campo, dirigendosi verso gli spogliatoi. Quelli tornati in campo poi sono stati i giocatori dell’Under 19, schierati dalla società in segno di protesta contro la federazione calcistica turca, rea di non aver tutelato la formazione giallonera nelle settimane precedenti all’incontro. Il Galatasaray ha sollevato la Supercoppa grazie al 3-0 ottenuto a tavolino, e adesso aspetta: il Fenerbahçe, infatti, è in corsa anche per la vittoria del campionato, dopo aver rinunciato alla finale di Supercoppa potrebbe rinunciare anche alla Süper Lig, ritirandosi.

Tutto è iniziato il 17 marzo di quest’anno, durante la 30esima giornata di campionato: il Fenerbahçe riesce a vincere la sfida contro il Trabzonspor per 3 a 2 grazie a un gol negli ultimi minuti ma, durante i festeggiamenti dopo il triplice fischio, i giocatori vengono aggrediti dagli ultras della squadra di casa, che invadono il campo e iniziano a inseguire i giocatori del Fenerbahçe. Nonostante i 12 arresti e le sei partite a porte chiuse comminate al Trabzonspor, il presidente del “Fener”, Ali Koç, ha preteso un trattamento migliore da parte della Federazione turca, minacciando di ritirare la squadra dalla Süper Lig e di iscriverla in un’altra lega straniera (una decisione che priverebbe il campionato turco della squadra con la seconda maggiore tifoseria nel Paese). Dopo uno scenografico congresso straordinario del club con 22 mila persone presenti – quasi tutti tifosi, necessari per raggiungere il quorum e rendere valida la votazione – in cui Koç ha dichiarato che la “grande decisione” sulla permanenza del Fenerbahçe in Süper Lig verrà presa a stagione conclusa, il presidente ha preteso dalla federazione un arbitro straniero per la Supercoppa contro il Galatasaray, sostenendo che questa fosse l’unica maniera per garantire alla sua squadra un arbitraggio imparziale.

Supercoppa di Turchia che inizialmente si sarebbe dovuta giocare il 29 dicembre a Riyadh, in Arabia Saudita. Una location non casuale, così come l’anno: nel 2023 infatti è stato festeggiato il centenario della fondazione della Repubblica turca, un’occasione molto sentita nel Paese – tanto che la Supercoppa, la Cumhurbaşkanlığı Kupası, si traduce letteralmente come “Coppa della Presidenza della Repubblica”. L’idea della federazione di spostare in un’altra Nazione la partita fu ricevuta piuttosto male, tanto che le due società decisero di boicottare la partita, obbligando la Tff (Türkiye Futbol Federasyonu) a rimandare la partita, scatenando un piccolo caso diplomatico che ha coinvolto il governo saudita.

Nel frattempo la Supercoppa venne spostata nell’unica data libera del calendario di Fenerbahçe e Galatasaray, appunto il 7 aprile. E arriviamo a oggi. Dopo aver visto la sua richiesta di arbitraggio straniero respinta, alludendo anche ai troppi impegni stagionali, Koç ha minacciato di far giocare la squadra Under 19 per protesta. Per venire (più o meno) incontro alle richieste del Fenerbahçe, la federazione ha deciso di giocare la partita a Şanlıurfa, vicino al confine con la Siria, in un campo neutro a 1300 km da Istanbul e irraggiungibile per quasi tutti i tifosi. La “partita infinita”, che in Turchia era attesa dal 29 dicembre, così è finita in farsa: dopo 49 secondi di gioco e il gol di Mauro Icardi, il Fenerbahçe ha deciso di ritirare immediatamente l’Under 19 dal campo (con inevitabile sconfitta per 3 a 0 a tavolino). Ora la responsabilità passa alla Federazione turca, che dovrà decidere se penalizzare il club in campionato – dove è in corda per lo Scudetto, con rischio di riaccendere le polemiche – oppure se estrometterlo dalle coppe nazionali per una o più stagioni.

Manca però ancora un tassello al puzzle, che risale alla stagione sportiva 2010/2011. In quell’anno il Trabzonspor perse lo scudetto proprio contro il Fenerbahçe: arrivati a pari punti alla fine della stagione, i gialloneri furono proclamati campioni per la 18esima volta nella loro storia in virtù degli scontri diretti a favore ma vennero allo stesso tempo incriminati dalla Uefa per illecito sportivo, tanto che furono squalificati dalla Champions 11/12. La federazione turca invece decise di applicare una controversa amnistia sportiva, di fatto scagionando il Fener e assegnando al club di Istanbul uno scudetto che il Trabzonspor ancora oggi considera suo (tanto che nel museo della squadra c’è ancora oggi una colonnina vuota su cui posizionare la coppa del campionato, con tanto di targhetta). Inutile dire che da quel momento i rapporti tra i club e le tifoserie sono stati molto tesi, al punto tale che la partita – soprattutto quando si gioca a Trebisonda – è sempre considerata una di quelle alle quali applicare il massimo livello di allerta dalle autorità turche.