L’Arsenal ha provato a registrare il marchio “Invincibles” ma ha scoperto che lo aveva già fatto Jens Lehmann

Viene da chiedersi: e adesso che parola userà l'Arsenal per raccontare l'Arsenal degli invincibili?
di Redazione Undici
03 Maggio 2024

A prescindere da come andrà a finire questa stagione, l’Arsenal sa già cosa migliorare in vista della prossima: il suo ufficio legale, in particolar modo i responsabili marchi, copyright, proprietà intellettuale. Difficile evitare il licenziamento di massa per le persone che si sono fatte sfuggire il fatto che il marchio “Invincibles” – il soprannome con il quale è passato alla storia l’Arsenal stagione 2003/2004, quello che vinse la Premier League senza perdere nemmeno una partita – fosse già stato registrato. E non solo: all’ufficio legale dell’Arsenal è sfuggito pure il fatto che a chiedere la registrazione del marchio “Invincibles” fosse stato Jens Lehmann, ex portiere proprio dell’Arsenal degli invincibili. Come riporta il Guardian, nessuno nell’ufficio legale dell’Arsenal si era mai accorto di niente né aveva mai chiesto nulla a riguardo: si è scoperto solo adesso e soltanto perché la società voleva registrare il marchio in vista dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario di quella leggendaria vittoria. Tra l’altro, Lehmann ha fatto un affare due volte: la prima perché è riuscito ad accaparrarsi uno dei brand più appetibili e riconoscibili del calcio contemporaneo; la seconda perché ha speso “soltanto” 30 mila euro per farlo. Provate a mettervi nei suoi panni adesso: per vendere, l’Arsenal dovrebbe offrirgli una cifra sensibilmente più alta di quella che lui ha già speso; se decidesse invece di tenere per sé il marchio, potrebbe costruirci sopra un vero e proprio franchise.

Al momento, l’ex portiere sembra aver imboccato la seconda strada. Ha fondato un’azienda intera con il solo scopo di gestire e sfruttare al meglio il marchio “Invincibles”. Al Guardian Lehaman ha raccontato che la struttura aziendale è in via di definizione ma di avere già la sicura disponibilità di 28 giocatori – ma che vuole fare, delle rievocazioni della partite giocate dall’Arsenal di vent’anni fa? Fondare un nuovo club con il nome “Arsenal Invincibles”? – e di 12 persone che saranno parte di un non meglio definito “staff”. Ha detto, Lehaman, che tutte le persone coinvolte parteciperanno al capitale azionario dell’azienda e che lui personalmente si sta già muovendo per organizzare uno o forse anche due eventi nel prossimo futuro.

In un’altra intervista al Daily Mail, Lehmann ha spiegato il piano aziendale che ha in mente: costruire una specie di media franchise, ha già in pronto un documentario, un tour negli Stati Uniti e una partita speciale contro una squadra composta dalle leggende del Manchester United (speriamo che i legali dello United abbiano letto l’intervista e siano corsi a controllare di avere tutti i loro marchi registrati e in ordine). Infine, Lehmann ha precisato che niente di tutto questo è a scopo di lucro. Tutto il ricavato di tutte le iniziative che verranno prese dalla sua azienda usando il marchio “Invincibles” sarà devoluto in beneficienza. «Almeno così il club sa che il marchio è in buone mani», ha detto Lehmann, sempre al Daily Mail. Certo, ha detto pure di essere rimasto sorpreso quando ha scoperto che nessuno aveva ancora pensato a registrare il trademark “Invincibles”. Non tanto sorpreso da non pensarci subito lui, a farlo, però. Forse esiste una soluzione che può rendere felici sia Lehmann che l’Arsenal, e ci permettiamo di avanzarla noi: l’ex portiere cede gratuitamente il marchio al club, e in cambio l’Arsenal lo assume come dipendente. Qualifica: capo dell’ufficio legale, responsabile marchi, copyright e proprietà intellettuali.

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