L’allenatore che ha portato il Brest in Champions, in pratica, non è un allenatore

Prima di quest'impresa, Éric Roy ha guidato solo il Nizza tra il 2010 e il 2011. E nel frattempo ha fatto tutt'altro.

Il Brest giocherà i turni preliminari della Champions League 2024/25. È un risultato incredibile, se consideriamo che si tratta di una squadra che non ha mai partecipato a una coppa europea, e che 25 anni fa era nei campionati dilettantistici francesi. La storia diventa ancora più assurda se pensiamo che l’allenatore Éric Roy, probabilmente il vero artefice di questa impresa, è un allenatore poco più che esordiente. Il Brest lo ha assunto un anno e mezzo fa, a gennaio 2023, a dodici anni di distanza dalla sua ultima – e unica – esperienza in panchina, alla guida del Nizza. Poi, appunto, è riapparso – come allenatore – solamente a Brest. E ha fatto la storia, centrando prima la salvezza e poi questa incredibile qualificazione alla Champions.

Raccontata così, sembra una storia da film. La realtà è più sfumata, ma non così tanto: Roy, infatti, è figlio d’arte – suo padre Serge ha giocato una partita nella Nazionale francese e ha vinto un titolo col Monaco – ed è stato un buonissimo calciatore tra i primi anni Novanta e Duemila, quando ha vestito le maglie del Lione, del Marsiglia, del Sunderland. Poi ha avviato una carriera divisa tra ruoli dirigenziali e sul campo d’allenamento: viene scelto come direttore del marketing e poi come direttore sportivo del Nizza, la sua ultima squadra da calciatore, che nel 2010 lo “promuove” sul campo, nominandolo allenatore. Il rendimento del Nizza di Roy è discreto (23 vittorie, 24 pareggi e 23 sconfitte in 70 gare di campionato), poi però il tecnico viene sostituito da René Marsiglia e torna a fare il direttore generale. Dopo il licenziamento, avvenuto a giugno del 2012, Roy cambia completamente il suo scenario: prima si ricicla come opinionista tv a BeIN Sports, poi tra il 2017 e il 2019 è direttore sportivo del Lens. Si trasferisce al Watford con lo stesso ruolo, ma il suo rapporto con il club inglese si chiude in meno di un anno, anche a causa della pandemia da Coronavirus. Nel frattempo, Roy ha continuato la sua avventura televisiva con France Télévisions, emittente che trasmette le gare di Coupe de France, ed è stato protagonista del Campionato Mondiale di Footvolleyball, uno sport da spiaggia che mischia calcio e beach volley.

E siamo finalmente ai giorni nostri: Éric Roy, come detto, viene riesumato come allenatore – è una frase un po’ forte, ma ci sta – a gennaio 2023. Anche il suo ritorno in panchina è del tutto anomalo: secondo L’Équipeinfatti, l’offerta del Brest prevedeva che lui lavorasse da solo, cioè senza il suo staff tecnico, per i primi sei mesi. E che il suo contratto sarebbe stato rinnovato in caso di salvezza. È andata esattamente così, e in questa stagione le cose sono migliorate in modo esponenziale: il Brest ha offerto un gioco frizzante ed efficace, è rimasto nelle prime posizioni della classifica per tutta la stagione e infine ha raggiunto la qualificazione in Champions ai danni di squadre decisamente più attrezzate, tra cui il Nizza, il Lens, il Marsiglia, il Lione. Roy si è anche tolto lo sfizio di vincere il titolo di allenatore dell’anno della Ligue 1, e naturalmente è il primo tecnico del Brest a ricevere il riconoscimento. Difficile chiedere di più.