Secondo la narrazione giornalistica degli ultimi anni, il calcio moderno è scisso in due fazioni: da un lato ci sono i pragmatici, quelli che badano alla sostanza, il cui unico scopo è portare a casa i tre punti, i titoli, le coppe; dall’altro ci sono gli esteti, quelli che vogliono un gioco spumeggiante, bello da vedere, anche a costo di rinunciare a qualche successo in nome della fantomatica “qualità”. La realtà, ovviamente, è molto più sfumata di così. Nel senso: tutti gli allenatori del mondo vogliono vincere tutte le partite e sollevare al cielo tutti i trofei che possono, solo che lo fanno partendo dalle loro idee. Che possono essere più orientate alla difesa oppure più spregiudicate, a seconda dei casi. Il punto, però, è che spesso sono gli stessi calciatori o allenatori a ridurre tutto alla dicotomia tra resultadismo e giochismo, tra pragmatismo ed estetica. È il caso di Antoine Griezmann, che in una conferenza stampa ha parlato in modo piuttosto esplicito: «Il gioco della Francia è noioso, forse non è bello da vedere. Ma è così che funziona: l’importante è vincere, non importa come».
Insomma, per Griezmann ben venga rinunciare alla ricerca del bel gioco se serve arrivare in fondo ai tornei. Magari in fondo all’Europeo, con la Francia che parte ancora una volta tra le favorite. «Per arrivare lontano è necessario avere una buona difesa», ha spiegato Griezmann dal ritiro di Clairefontaine, dove il ct Deschamps e i suoi giocatori stanno preparando il torneo continentale. «Quando hai in squadra gente come Mbappé, Giroud, Dembelé, Thuram e Kolo Muani puoi segnare in qualsiasi momento. E quindi le basi della nostra squadra sono: difenderci forte, non concedere niente all’avversario e poi dare palla a quelli davanti cercando di segnare». Sicuramente per il vice capitano della Francia — la fascia appartiene a Mbappé — a parlare sono anche gli anni con la maglia dell’Atletico Madrid: lavorando per tanto tempo con un allenatore come Simeone, Griezmann ha imparato cosa significa vincere puntando molto sulla fase difensiva.
Per Griezmann, 33 anni, quello di Euro 2024 potrebbe essere l’ultimo appuntamento in un campionato Europeo, un trofeo che ancora manca nella ricchissima bacheca dell’ex attaccante del Barcellona: «Euro 2016 ha fatto molto male, eravamo così vicini a vincere», ha commentato in merito alla finale persa in casa ai supplementari contro il Portogallo, «Guardo a questi Europei con grande voglia e ambizione. Saremo tra i favoriti ma dovremo dimostrarlo sul campo. La chiave per vincere sarà la difesa, anche se vorrà dire essere noiosi». Insomma, dopo 127 presenze e 44 reti con la Nazionale — quarto di sempre dopo Giroud, Henry e Mbappé — “Grizou” sembra avere ben chiara in testa qual è la ricetta per la vittoria, costruita a immagine e somiglianza di quella del suo allenatore Deschamps, con cui ha condiviso il percorso in Nazionale fin dalla prima convocazione nel 2014: prima di tutto, non prendere gol.