«Giocando due anni in Arabia guadagnerei quello che ho guadagnato in 15 anni d’Europa», ha detto De Bruyne

Il centrocampista belga ha aperto alle future, possibili offerte dei club sauditi.

Ogni calciatore, per quanto formidabile che sia, a un certo punto della sua carriera deve fare inevitabilmente i conti con il passare del tempo: le gambe corrono meno veloci, i passaggi sono meno precisi, il tempo di reazione aumenta. Questo discorso, seppur prematuro e forse un po’ inappropriato, si può cominciare a fare anche per Kevin De Bruyne, che resta sì un centrocampista eccezionale e un uomo assist di talento generazionale, ma che rimane comunque un atleta che a fine giugno spegnerà 33 candeline. Con tutti i problemi del caso: in questa stagione, infatti, il fuoriclasse del Manchester City ha giocato solo 18 partite in campionato, per colpa di problemi muscolari sempre più frequenti. E ora, a soli 12 mesi dalla naturale scadenza del suo contratto, il belga non sembra escludere la soluzione meno romantica: emigrare nel campionato saudita.

In questa stagione De Bruyne è stato fermo per quasi cinque mesi a causa di un brutto infortunio alla coscia che lo ha costretto all’intervento chirurgico e a saltare più della metà delle partite della sua squadra. Per quanto non nell’immediato — perché c’è sempre un Europeo da giocare tra poche settimane, possibilmente da protagonista — il centrocampista del City, consapevole di avere un fisico chilometrato e una bacheca stracolma, non ha chiuso le porte all’esilio dorato dell’Arabia Saudita: «Alla mia età bisogna essere aperti a tutto. Stiamo parlando di tanti soldi, giocando per due anni in quel contesto guadagnerei forse la stessa cifra che ho guadagnato in 15 anni di carriera qui in Europa. Al momento non ci ho pensato ancora, ma a un certo punto…», ha detto KDB a Het Laatste Nieuws (uno dei più importanti quotidiani belgi) durante il ritiro con la sua Nazionale.

Solitamente, il calciatore che è tentato dai petrodollari cerca di nascondersi dietro a motivazioni poco convincenti per non attirare la rabbia/invidia dei tifosi, con la tanto famigerata “qualità del progetto” come scusa preferita. Nel caso di De Bruyne, invece, per quanto non abbia negato di essere tentato dagli zeri sull’assegno degli sceicchi, è stata la famiglia: «Con mia moglie abbiamo spesso conversazioni relative a questo — ha ammesso — Ho un anno di contratto, quindi devo pensare a cosa potrebbe succedere nel mio futuro. Il mio primogenito ha otto anni e ha vissuto solo in Inghilterra». Non sappiamo ancora per certo se De Bruyne finirà a giocare in Arabia Saudita o in Qatar, se andrà dopo l’Europeo o la prossima stagione, nemmeno se porterà con sé il figlio. Quello che sappiamo è che si tratterebbe dell’ennesimo furto ai danni del calcio europeo.